Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE BIBLIOGRAFIA; GARIBALDINI BIOGRAFIE
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1971
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668
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Libri e periodici
risposta energica ai tentativi di coalizione espletati dal vecchio conservatorismo Crispino.
Nel delineare tali contrasti l'A. è (orse eccessivamente severo con Giolitti la tini pedagogia politica e conservazione illuminata* mirante a dinamizzare il' riformismo sociale sulla piattaforma della filosofia politica della vecchia Destra (mi Min ghetti ammodernato? non sarehhe un rapporto da bnttar via) viene a contrasto col progressismo radicaleggiante di Galimberti, ed in genere della stampa, volto a riempire nell'ambito costituzionale il vuoto ohe la propaganda socialista e cattolica va rapidamente colmando, collegandosi anche {vedasi il caso di Modesto Soleri, l'irrequieto ed appassionato padre di Marcello) con l'intellettualità riformistica di tipo nittiano ed einaudiano la coi mancata egemonizzazione da parte del radicalismo costituisce, com'è noto, -una delle principali e decisive carenze storiche di quel movimento.
L eterogeneità della coalizione giolittiana e l'inadeguatezza definitiva del moderatismo al suo ruolo dirigente (di mediazione non può più seriamente parlarsi, atteso il processo classista di urbanizzazione che l'industrialismo va determinando in tutta la regione piemontese) giustificano il ruolo sostanzialmente subordinato con cui Cuneo ed Alessandria affrontano il quinquennio tempestoso di fine secolo. Al tempo stesso (e qui l'A. ha pagine di grande finezza nell'ambito specialistico che si è proposto) la stampa locale socialista dell'Alessandrino e quella clericomoderata della zona subai pina determinano, col loro rapido e largo fiorire, l'acquisizione definitiva di un metodo riformistico eminentemente urbano ed amministrativo che peserà notevolmente sulla storia e sugli atteggiamenti di entrambi i partila, infrangendone la carica innovatrice e contestativa in un fiancheggiamento sostanziale, agricola o commerciale, intransigente o moderata, ne siano le ispirazioni sociali ed ideologiche di fondo. H neoghibellinismo ferocemente anticlericale e radicaleggiante di Galimberti a fine secolo è una delle testimonianze più cospicue dell'irrigidimento talora demagogico della vecchia classe dirigente post-risorgimentale (lo stesso Budini era stato tutt'altro che indenne da suggestioni del genere!) e prepara lo sfaldamento dell'antica coalizione progressista e zanardelliana strettasi intorno a Giolitti sullo scorcio degli anni novanta (una parabola analoga è seguita da Ferdinando Martini, ma sarebbe da precisare). Di conseguenza la seconda e persistente ascesa al potere da parte dell'uomo di Dronero, in mezzo al permanere ed all'aggravarsi dei vecchi malanni, dalle comunicazioni all'emigrazione ed alla viticultura, determina (ed è questo il risultato critico di fondo del volume) la definitiva subordinazione e marginalizzaziOne del Piemonte meridionale dinanzi alla concentrazione industri ali sii cu torinese. H giudizio delI'A. è a questo proposito quanto, mai severo angli effetti contingenti ed a lungo termine dell'esperienza giolittiana, e qui giova senz'altro condividerlo, in quanto non si trattava già delle preclusioni sistematiche spesso presenti nei fautori meridionalisti della e democrazia rurale > bensì di un lungo e faticoso processo di assestamento da parte della piccola borghesia e dei ceti rurali nei confronti della dirigenza liberale tradizionale, processo che Giolitti distorce e soffoca programmaticamente (e qui il contrasto elettorale tra Soleri e Galimberti ha un valore significantissimo, malgrado, anzi proprio grazie alte convulsioni attivistiche incoerenti che quest'ultimo oppone alla rettilinea logica affaristica pseudo-progressista di Soleri o dei suoi fautori), mantenendo con ogni mezzo artificioso a quella dirigenza il suo molo egemone, fino alla catastrofe ed all'abdica* rione della prima guerra mondiale;
Il fallimento dell'organizzazione democristiana, l'arroccamento e quasi lo svuotamento ruralÌHtico in parte della deputazione politica dinanzi all'irreversibilità travolgente dell'industriai inino torinese, la parabola piatta e deludente dell 'amministrazione socialista di Paolo Sacco ad Alessandria, l'appiattimento definitivo del riformiamo liberale in una con l'elettoralistica coesione incrollabile delle force borghesi che gii sono alle spalle durante gli anni del terzo ministero Giolitti, il prevalere del-l'idealismo spesso fine a se ttlesso rispetto al momento organizzativo nelle file socialiste (ma anche in quelle liberali), l'avvicinamento ai cattolici esperito da Galimberti in funzione meramente ami giolittiana e la subordinazione del socialisti alessandrini alla tematica paternalistica del paleo-radicalismo quarantottesco, il clericalismo intransigente