Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE BIBLIOGRAFIA; GARIBALDINI BIOGRAFIE
anno <1971>   pagina <679>
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Libri e periodici 679
grande tavola dei 14 punti, con tutta la loro autorità morale e materiale, e mostran­dosi quasi completamente ignari di patti e di intese precedenti. E Wilson, in viaggio trionfale, riceve acclamazioni che volevano essere ringraziamenti per l'intervento, ma lui le interpretava come adesioni alla sua dottrina. Non minori divergenze ed incer­tezze venivano poi dall'atteggiamento delle varie popolazioni interessate, e special­mente da quelle che avevano antiche rivendicazioni da affermare o da quelle che dovevano quasi con loro sorpresa ricevere il battesimo di neonati a formare la rispettiva nazione.
E pertanto rincontro degli nomini di governo, avvenuto a Londra nei giorni 2 e 3 dicembre 1918, nella sostanza non risolse nulla, por avendo adottato qualche de­cisione di rilievo.
Con la riunione del 12 gennaio tenuta a Parigi da parte del Consiglio supremo di guerra, si apri, come è noto, la Conferenza, pur essendo il 18 la data ufficiale della inaugurazione.
Appunto nel 2 paragrafo l'A. tratta de Lo svolgimento della Conferenza sàio alla firma del Trattato di Versailles.
È la parte centrale del tema; e l'A. riesce a svolgerla con rapidità pari alla consueta precisione e chiarezza: è la sintesi di un dramma incruento che non può a meno di appassionare il lettore non ostante la pacata serenità dell'esporre ed il rigore scientifico del procedere.
È quel dramma che subito lasciò dolori e delusioni di ogni specie, e che lungi dal trovare o dell'indicare soluzioni riparatrici, aggravò il nude coi successivi trattati: 1 trattati di pace con FAustria, la Bulgaria, VUngheria e la Turchia dei quali si la pa­rola schematicamente nel terzo paragrafo.
In quello successivo vengono poi esaminati e la trattazione si mantiene nella stessa forma stilistica gli Alai mutamenti territoriali in Europa e fuori tra il 1919 ed il 1923.
Non mancano le conclusioni. Conclusioni dedotte con severo procedimento logico e dichiarate in tutta la loro evidenza, le quali si riassumono in due parole: malcon­tento generale.
Federico Curato per ognuna delle nazioni - grandi o piccole ma tutte malcon­tente indica ragioni e motivazioni, non senza rilevare che l'Italia fu e si senti la grande sacrificata.
Donde (conclusione delle conclusioni) la nota situazione italiana del dopo-guerra e la piccola guerra civile in atto; donde il rapido crollo del sistema di Ver­sailles, e lo scoppio non lontano della seconda guerra mondiale.
E noi da parte nostra, no! lettori, partecipando a questi convincimenti conce deremmo volentieri a Federico Curato e ci scusiamo di uscire dal tema, di procedere nel percorso, per poter ascoltare da lui anche la diagnosi sui nostri tempi, sulle vicinissime vicende, e per aggiungere forse un'altra conclusione, e cioè che la storia non insegnò e non insegna nulla, né ai popoli, né ai governanti.
PIERO ZAMA