Rassegna storica del Risorgimento

NAPOLEONE I
anno <1920>   pagina <15>
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L'OFFERTA DEL TUONO *H?ÀL1A A NAPOLEONE X, ECC. 15
31 Lemmi scrive-t . Il Livi dà molta importanza a queste parole (quelle dell'imperatore precedentemente trascritte) ma ohi conosce bene il carattere egoistico di Napoleone e i suoi sentimenti puramente francesi, non può attribuire ad esse, dato che il sospettoso imperatore le abbia pronunziate, altro valore che di un. momentaneo abbandono ai sogni della fantasia e di un'attività letteraria (1). Panni poco vero­simile la congettura di un simile abbandono nel grande Uomo di Stato ! Niun interesse lo induceva a ricusare il suo assenso ad un mo­vimento da cui non poteva venirgli alcun danno, non prendendo egli personalmente, nel prepararlo, alcuna parte; in ogni modoqualsiasi im­pegno, pur supponendo che esso potesse vincolarlo, sarebbe stato sempre subordinato a l'ipotesi che i congiurati 1-ossero riusciti a porre di fronte gli esercita di Francia e di Napoli in Piemonte. Questo programma svanì interamente quando il re di Sardegna negò il passaggio di truppe fran­cesi per i suoi Stati e sopratutto allorché il principe di Mettermeli di­chiarò esplicitamente : Il primo soldato francese, che calchi il suolo d'Italia, significherà la guerra fra l'Austria e la Francia (2).
Bitengo che si approssimi maggiormente al vero l'HousBaye il quale ha scritto Napoleone era certamente al corrente di questi pro­getti. Porse anche li incoraggiava (credo proprio così) per mantenere nella penisola una agitazione, che poteva secondare i suoi disegni su la Francia. Ma è poco probabile che egli abbia giammai pensato a pren­dere parte personalmente a questa rivoluzione (3). Egli volle, a mio avviso, non precludersi alcuna via, salvo a risolversi, allorché, nella sua mente profondamente calcolatrice, avesse potuto valutare tutte le pro­babilità del successo.
Chi erano i congiurati ?
L'opuscolo afferma che i sottoscrittori dell'indirizzo erano quat­tordici; dei quali due oorsi, due genovesi, quattro del Piemonte, due dell'ex regno cisalpino e quattro -degli Stati romani e napoletani. De­signa soltanto i nomi di due di essi : il conte Luigi Corvetto e Melchiorre Delfico, dichiarando non voler indicare gli altri, ancora viventi, per non comprometterli.
(1) Opera citata, pog. 325.
(2) Il Lemmi, da cui desumo questo circostanze (opera indicata, pag. 32S-326) cita il Bianchi, voi. 1, pag. 2 o 90; ma tali indicazioni non si riscon­trano esatte, certamente per qualche errore tipografico nelle cifre.
(3) La première restauration, pag. 178.