Rassegna storica del Risorgimento
iCORTESE NINO
anno
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1972
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giro? poi li veniva fuori all'improvviso con certe Battute per ile quali a tutto potevi pensare, ma non a tenergli il broncio. Ricordo, tra l'altro, che, quando il compianto Chabod mi lece chiamare sulla Sua cattedra a Perugia, Nino, nel compiacersi con me per quella prova di fraterna amicizia, ani chiese: Lo sai che io sono di Perugia? . Alla confessione della mia ignoranza una gioconda replica: Ma come, non lo senti dall'accento? ... . Ma era davvero troppo difficile tramutare San Gennaro in Sant'Ercolano ...
Anche fuori del campo risorgimentale i Suoi contributi ai congressi non avevano sempre un seguito a stampa. La magistrale comunicazione presentata il 28 agosto 1950, in Sorbona, alla quarta sezione del IX Congresso internazionale di scienze storiche, La politica internazionale dei re cattolici, ascoltata da un pubblico di specialisti, tra i quali ricordiamo tra gli altri, Vicens Vives, Zeller, van Kalken, Kermkamp, suscitò grande interesse e valse all'autore moltissime lodi, ma ... ma giovò, almeno, a indurlo a raccontarci le piacevoli storie del suo soggiorno all'Archivo general di Simancas, insieme con Egidi e Di Tocco e, dopo la immatura scomparsa di questo, con Chabod. Tra quelle piacevoli storie campeggiava il ricordo di un certo consiglio datogli dal direttore deU'Archivo. Nino, convinto che il dialetto napoletano fosse, se non altro per gli antichi rapporti tra l'Italia Meridionale e la Spagna, una lingua quasi internazionale, per qualche giorno continuò a parlare, ci narrava, un italiano sul quale San Gennaro non mancava di esercitare la sua protezione. Ma una bella mattina, per non essere da meno di Egidi e di Di Tocco, lasciò San Gennaro per Santa Teresa. Nessuno di quanti lo ascoltarono allora dimenticherà il modo con il quale ci rievocò il giudizio garbatamente arguto che lo indusse a tornare all'antico: Senor Cortese, estaba mejor antes ... .
Quanto s'è detto spieghi come tutto Gli u perdonato, anche quando, invece della comunicazione su La questione siciliana del secolo XIX, pronunciata a quel XX congresso dell'Istituto (Roma, 1932), che, nelle intenzioni dei tre responsabili scientifici dell'organizzazione (due dei quali ci hanno anch'essi lasciato, Carlo Morandi e Walter Maturi) avrebbe dovuto rappresentare l'inizio di una decisiva lotta contro l'agiografia e la lectio recepì, nel volume degli Atti apparve il rapidissimo cenno: il vero dissidio siculo-napoletano, e quindi l'origine della cosidetta questione siciliana, è tale da rinvenirsi nel 1816, cioè nella creazione del regno unitario delle Due Sicilie . È vero che quella comunicazione, per lo meno nello spirito, sarà alla base della introduzione del bel volume su La prima rivoluzione separatista siciliana 1820-1821, dedicalo con memore affetto nel 1951 ai Suoi scolari delle Università di Messina e di Palermo.
E non sarà il solo caso in cui, dovendo rinunciare a un saggio minore, ì lettori avranno il compenso di uno o, addirittura, di più volumi. Anche la comunicazione discussa a Bologna nella seduta pomeridiana del 10 set-