Rassegna storica del Risorgimento

iCORTESE NINO
anno <1972>   pagina <2>
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tembre 1935 del XXIV congresso dell'Istituto, Tentativi di leghe italiane contro la rivoluzione francese, non è stata consegnata dall'autore e, quindi, non viene pubblicata , afferma il resoconto ufficiale. Spiacevole (mancanza, ma, in cambio, con quale e quanto superba messe di lavori sul periodo fran­cese il nostro Nino si è fatto perdonare! Si pensi all'edizione del Saggio sto­rico di Vincenzo Cuoco, dedicata nel 1924 al Suo maestro Michelangelo Schipa, all'ampio saggio Stato e ideali politici nell'Italia meridionale nel Set­tecento e l'esperienza di una rivoluzione, luminosa premessa ai due volumi delle Memorie di un generale della Repubblica e dell'Impero, il Pignatelli, (1927), essenziale contributo alla conoscenza degli uomini, delle idee e degli eventi di quel periodo. E Tanno dopo, distinto da un non consueto premio del Ministero della guerra, ecco L'esercito napoletano e le guerre napoleo­niche, oggi quasi introvabile nei duecento estratti messi in circolazione dopo una prima comparsa nell'Archivio storico delle province napoletane, del 1926. Opere tutte nelle quali la tenacia instancabile e l'intuito sicuro di questo ricercatore veramente emunctae naris s'accoppiavano ad una felice ricostruzione di momenti e di ambienti, ad una approfondita e certa valuta­zione di idee e di passioni.
Discepolo devoto di Michelangelo Schipa (e per questo legame ideale amerà ricordare, nella rievocazione di Walter Maturi, l'atteggiamento che questo più giovane discepolo aveva preso quando, nell'ultima lezione del comune maestro, cercò coraggiosamente di tener testa alle scomposte grida di una turba di giovani non alunni del suo maestro, ma eccitati contro di lui da non lodevoli e non spontanee passioni politiche ) non accettò di lui la definizione di storia facile per quella del Risorgimento. Ritengo Glielo impedisse anche l'esempio dell'altro Suo grande maestro, non secondo la scuola, ma secondo lo spirito, Benedetto Croce. Due insegnamenti che faci­litarono in Lui una perfetta simbiosi tra la storia erudita e, come altri ha detto, la storia d'anime. A rileggere oggi quei Suoi Orientamenti storiografici intorno alle origini del Risorgimento, apparsi nel 1942 nel volume curato da Ettore Rota Problemi storici e orientamenti storiografici (e nel 1945 fusi òn Due aspetti della Storia del Risorgimento e una premessa), si comprende come ci fosse anche allora chi non aspettava che pubblicisti stranieri d'alto ingegno e di affinata cultura venissero ad insegnare come si deve studiare la storia del Risorgimento italiano; Del quale, in cortese polemica con Walter Maturi, riportava, riallacciandosi a Croce, le origini all'età giannoniana. Per Nino quel problema era sorto alla fine dell'Ottocento, quando s'era cominciato a a studiare con qualche rigore scientifico il formarsi ed il maturarsi delle idee ed il contemporaneo succedersi degli avvenimenti che avevano portato all'unificazione dell'Italia , in reazione alla precedente storiografia passio­nale, agiografica ed estrìnseca. Fu per me motivo di grande soddisfazione quando Egli approvò, nella mia Introduzione alla storia del Risorgimento, gli