Rassegna storica del Risorgimento
DALMAZIA STORIA SOCIALE SEC. XVIII
anno
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1972
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*' Angelo Tamborra
adoni pubbliche, esercitate a titolo gratuito perché solo i nobili costituivano il e comune , si mantiene intatto anche oltre la fine del dominio veneziano, visto del resto con molta diffidenza e ostilità dal patriziato quale ostacolo e limite ai propri secolari privilegi. Naturalmente per poterlo esercitare i patrizi dovevano applicarsi ad attività come il commercio e la proprietà terriera, l'avvocatura e la medicina, il notariato ecc., tutte funzioni che finivano per consolidare la loro posizione di élite. Come osserva M. M. rreddenberg, questa posizione preminente del patriziato viene contrastata dai cosidetti populares cioè dalla popolazione non privilegiata (artigiani, piccoli commercianti, padroni di barche, coloni) che sono favorevoli al dominio veneziano da cui attendono protezione contro i nobili'. 9
Ma oltre ai rapporti sociali nell'ambito della città, di particolare rilievo è il rapporto città-campagna. Come sottolinea Marino Berengo, i centri urbani, situati quasi tutti lungo la costa, si trovano nell'orbita immediata e diretta dell'autorità veneziana che ne ha fatto i suoi scali marittimi e vi esercita ora incontrastata tutti i poteri . Diversa è invece la situazione dell'interno, e sia sotto il profilo economico che sotto quello giuridico-amministrativo ; se sulla costa esiste il facile e costante controllo dei Rettori veneziani , nel retroterra i Morlacchi riescono ad evitare ogni diretta ingerenza statale nelle loro consuetudini primitive . Unico organo dello Stato veneziano è il collonnello di e Faina , vale a dire il capo di quelle unità territoriali di confine, dette craine (dal croato krajina, confine o territorio continentale posto ai confini) che svolgono le stesse funzioni militali, ammini strati ve e fiscali delle analoghe unità di confinari nei Confini militari absbuitgici.2)
Sotto la dominazione veneta (1409-1797) non esisteva in Dalmazia nessuna divisione territoriale regolare. Le città e gli altri comuni dalmati si reggevano con propri statuti e Venezia vi manteneva pròpri rappresentanti col titolo di Rettore, Conte, Provveditore, Conte-Capitano e Podestà, a seconda delle varie epoche e dei singoli luoghi. Quanto al territorio campagnolo circostante, ogni città o comune aveva il proprio territorio, denominato u polje " (campagna) o " kotar - (contado) , sottolineandosi cosi, anche con questi nomi croati, la notevole diversità etnica fra città e campagne circostanti.
Quanto al panorama generale offerto da dati statistici attendibili, va ricordato assieme al Madirazza che la prima anagrafe, completa e dettagliata venne eseguita in Dalmazia per ordine del Provveditore Generale Paolo Boldù il 1 marzo 1781, e contempla le città e i comuni
i) M. M. FnEioENfiEnc, Social connection* and antagonisms in Dalniatiam toutns of the XV'XVI centurìes, in La ville balhaniqne XV-X1X siècles Sofia, 1970, p. 118 8gg.
2) K. BEBENCO, Problemi economico-sociali della Dalmazia veneta alla fine del '700, in Rivhia storica Italiana, 1954, p. 471 sgg.