Rassegna storica del Risorgimento

DALMAZIA STORIA SOCIALE SEC. XVIII
anno <1972>   pagina <5>
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In Dalmazia alla fine del see. XVIII 5*
tutti della Dalmazia con le isole, nonché dell'Albania veneta. Secondo tale anagrafe, nelle 32 comunità esistevano 718 ville e 44.384 case. Comples­sivamente le famiglie erano 42.264, distinte in 1.152 famiglie nobili; 1916 famiglie cittadine e 39.196 famiglie plebee. Quanto alla religione 306.196 erano cattolici e 52.071 greci-orientali .*)
In generale si può concordare con M. Berengo che fra i 20 e i 25.000 abitanti si deve fare risalire il numero dei cittadini dei cinque centri che hanno una vera fisionomia urbana, cioè Zara, Spalato, Sebenico, Traù, Cattaro: il 10-12 circa di tutta l'intera popolazione. E la città, cinta da alte mura, è sostanzialmente isolata dall'interno, cui la collegano strade pessime e malsicure.2)
Quanto al regime fondiario ed al conseguente rapporto fra proprie­tario terriero prevalentemente cittadino di stirpe e cultura italiane e la massa dei coloni Morlacchi, si deve distinguere la situazione del cosiddetto vecchio acquisto, cioè i territori del litorale e delle isole posseduti dalla Repubblica veneta sino alla pace di Gandia del 1669 dal nuovo e nuovissimo acquisto, vale a dire i territori dell'interno avuti rispettiva­mente con le paci di Carlowitz (1699) e di Passarowitz (1718).
te Nel vecchio acquisto la quasi totalità del patrimonio fondiario è concentrata nelle mani dei signori nobili ed ecclesiastici i quali in virtù di antichissimi contratti livellari riscuotono una quarta o quinta parte dei raccolti (porzion domenicale) per mezzo di loro agenti ed esat­tori, senza recarsi mai a visitare le proprie terre o stimolarne le colture coH'attiva partecipazione di capitali . Di qui le frequenti insurrezioni contadine per l'aggrazio della rendita domenicale, sedate solo in parte nella seconda metà del sec. XVIII senza che il problema fosse risolto alla radice, anche per l'incertezza della legislazione al riguardo e le conseguenti annose Controversie che finivano in definitiva a favore del Signore3)
Quanto al nuovo e nuovissimo acquisto, sfavorevole si rivelò per il Morlacco la Legge agraria emanata nel 1755 dal Proveditor generale Fran­cesco Grimani e che da lui prese nome: assegnare in usufrutto con obbligo di renderli produttivi entro due anni 300 campi padovani a testa ai nobili, 200 ai cittadini e 2 soltanto ai Morlacchi significava riba­dire un vincolo di dipendenza feudale perché unico e solo coltivatore rimaneva il contadino morlacco, cui certo non bastavano i 2/3 di ettaro anche per la semplice sopravvivenza.
Per queste condizioni generali che riflettono incrostazioni e privilegi vecchi di secoli, in Dalmazia la separazione tra la classe signorile, nobile
0 F. MAOIKAZZA, Storia e costituzione dei Comuni dalmati, Spalato, 1911, pp. 4849.
2) H. BERENCO, op. air.., p. 473.
3) M, BERENGO, op. rii., pp. 477478 figg.