Rassegna storica del Risorgimento

DALMAZIA STORIA SOCIALE SEC. XVIII
anno <1972>   pagina <7>
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In Dalmazia alta fine del sec. XV1X1 7
sociali della Dalmazia, i rapporti fra i due strati di popolazione, quella delle città e l'altra, ben più numerosa, delle campagne. A questa opera del Fortis anche indice e vindice di inesplorati tesori di poesia popolare slava e di detta poesia mirabile e indovinata rivelazione , tanto che la ballata popolare Hasagaginica riprodotta dal Fortis meritò la traduzione di Goethe per i Volkslieder di Herder si deve fare risalire l'origine di un feno­meno culturale europeo, il morlacchismo: l'interesse per queste popolazioni primitive destato dal Fortis sollecitò una vasta indagine su di esse, la loro vita, lingua e costumi sino alla loro medicina primitiva, inserendoli nelle stesse dispute dell'epoca sulla questione omerica. ''
Anzitutto, quella che all'abate Fortis salta agli occhi è la diversa condizione delle città e dei loro abitanti rispetto alle campagne circostanti. Tipica, in questo senso è la fisionomia di Zara, la cui società , appare al Fortis, tanto colta quanto si può desiderarla in qualunque ragguarde­vole città d'Italia ; egli sottolinea così un tono di vita culturale che doveva essere comune a tutte le città dalmate, con le loro Accademie in corri­spondenza con le analoghe accademie fiorenti in Italia, il loro Casino nobile, i teatri ecc.
Quanto ai rapporti umani fra città e campagna all'abate Fortis non sfugge una situazione di contrasto, essenzialmente sociale, destinata a esasperarsi nel tempo ed a tradursi in termini nazionali già alla metà del sec. XIX. Cosi il Fortis annota appunto per esperienza diretta: La poco buona amicizia che hanno gli abitatori delle città marittime, veri discen­denti delle colonie romane, pe1 Morlacchi, e il profondo disprezzo che ad essi e agl'Isolani vicini rendono questi per contraccambio, sono anche forse indizi d'antica ruggine fra le due razze. H Morlacco piegasi dinanzi al Gentilhuomo delle città, e all'Avvocato, di cui ha bisogno, ma non lo ama; egli confonde poi nella classe de' B od oli tutto il resto della gente, con cui non à interessi, e a questo nome di Bodolo attacca un'idea di stra­pazzo .2) Interessante, per capacità di penetrazione, è quanto il Fortis nota circa i rapporti degli Slavi delle campagne con il Gentilhuomo evi­dentemente proprietario del suolo da essi lavorato e utilizzato per pascolo e per far legna e soprattutto l'avvocato: una persona che sa di leggi, che sola può aiutare il contadino delle campagne nelle cause con i signori o in sede penale; da esso, appartenente di solito al ceto dei proprietari e in genere nobile, si dipende dunque in tutto ma non lo si può amare.
Tuttavia l'opera del Fortis, proprio per la sua risonanza non manca di sollevare delle riserve. Esplicito è ad esempio il dalmata Giovanni Lovrich (Lovrié) con le sue Osservazioni sopra diversi pezzi del viaggio in
l) A. CROMIA, La conoscenza del mondo slavo in Italia, Padova, 1958, pp, 304408. Z) A. FORTIS, Viaggio in Dalmazia, Venezia, 1774, pp. 15, 50.