Rassegna storica del Risorgimento

DALMAZIA STORIA SOCIALE SEC. XVIII
anno <1972>   pagina <12>
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12 Angelo Tamborra
eliminare la miseria e sanare i contrasti sociali. Si cerchi, scrive, di faci­litare le comunicazioni, si cerchi di illuminare il popolo e allora sparirà la miseria (p. 85).
Soprattutto, un ritorno vorrei dire organico alla terra dei proprietari accanto ai coltivatori gli appare come il mezzo di elezione per comporre e superare gli antagonismi sociali: e cerchiamo dunque d'animare questa grande nutrice (vale a dire la terra), ed abbandoniamo il pericoloso e stra­vagante oggetto di formare con la forza dei villaggi... Lasciamo ch'essi (i coltivatori) ed i proprietari stiano nell'aperta campagna, e procuriamo anzi che si trasportino tutti quelli che vi sono lontani. Ciò accadrà prontamente allorché sarà lìbero il commercio de' fondi (vietato dalla Legge agraria veneziana), facile la riunione delle terre sparse e trinciate, comoda e sicura la comunicazione delle campagne colla città... (p. 149). Una vera e pro­pria riforma agraria, dunque, con il ritorno o meglio il trasferimento in campagna del proprietario-imprenditore, la ricomposizione di unità pode­rali più vaste in luogo delie terre ce sparse e trinciate , costruzione di strade per rendere facile il rapporto umano fra città e campagna oltre che lo smercio dei prodotti.
Tutto questo è indispensabile per certa consuetudine secolare e ance­strale dei Morlacchi di vivere alla giornata, senza preoccuparsi dell'avve­nire, ce H Morlacco scrive Giovanni Luca Garagnin (p. 98) indiffe­rente per l'avvenire, generoso senza calcolo, talora proclive al furto, tal altra ardito ed intraprendente, attivo in alcuni casi, intorpidito e infin­gardito nella maggior parte dell'anno, senza economie, senza previdenza né risparmio né attenzione... scialacqua dopo il ricolto e perisce di fame du­rante il verno e la primavera .
Infine ecco l'intervento, tutto illuministico, della legislazione al fine di livellare le classi, avvicinare cittadini e campagnoli, eliminare privilegi in un ideale impegno di perfezione: ... indistintamente protetti dalle buone leggi gli abitanti dell'uno e dell'altro luogo, senza che gli assurdi privilegi fra l'urbano e il terriere facciano alcuna distinzione, né cagionino fra loro quella smania di separazione che, dividendo gli animi, rovina ogni paese (p. 150).
Nulla meglio di questo impegno civile auspicato dal Garagnin sia pure nei limiti di un conservatore illuminato ha messo a fuoco il com­plesso problema città-campagna in Dalmazia alla fine del sec. XVIII, con tutte le sue implicazioni di ordine sociale. Uno dei meriti grandi dell'Illu­minismo fu quello di avere sottolineato l'unità del canone etico e politico da far valere per tutti i popoli, avviati ottimisticamente verso mete di sem­pre maggiore progresso. È dunque da questa profonda esigenza ideale ohe ha preso vita, in larga misura, quell'anelito, quell'aspirazione ad una uni­versale libertà e giustizia da cui ha avuto origine l'affermarsi di libere