Rassegna storica del Risorgimento

PIACENZA STORIA 1800
anno <1972>   pagina <17>
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Mùfttvà Piacenza nel 1800 17
Erano, si può dire, tradizionali questi improvvisi moti e già nel Medioevo, nel Rinascimento, nel Seicento e nel Settecento ben sappiamo di assalti a ma­gazzini e a forni, di affrettati calmieri, di provvedimenti per l'ammasso dei grani, di controlli e di divieti di esportazione in varie città d'Italia.
Eppure in questi moti dell'Ottocento, siano essi scoppiati sotto governi stra­nieri o locali, ci sembra rilevare più o meno affiorante qualche cosa di nuovo e di diverso che preannuncia il nuovo secolo e le sue tendenze almeno in alcuni dei suoi aspetti.
Il 12 luglio 1800 è quindi una data significativa per Piacenza. 0
Il moto iniziò improvvisamente. Ma il malcontento doveva fermentare già da qualche giorno.
La guerra era passata non lontano dalla città. Nel rovesciamento della si­tuazione militare provocato dalla vittoria francese di Marengo del giugno 1800, gli occupanti austro-russi erano dovuti partire e Piacenza era tornata sotto la dominazione francese. Il raccolto del grano era compromesso e imboscato dai contadini e dai proprietari, paurosi e previdenti: il rincaro dei prezzi per i ge­neri di prima necessità doveva essere inevitabile, costante e allarmante.
Numerose donne, quasi furie attnippate , si recarono al palazzo del go­verno in piazza Cavalli la piazza maggiore della città ed ebbero dal Segre* tarlo generiche assicurazioni sul ribasso dei prezzi.
Insoddisfatte, si diressero contemporaneamente al mercato del grano, vi pe­netrarono dopo un vano tentativo delle guardie che furono disarmate. Si ebbero timori di massacri, perché il popolo che formava ormai gruppo con i primi nuclei di donne, si era armato di bastoni, di forche, di spade.
La situazione era grave, perché, a causa del ferimento di alcuni dimostranti e degli arresti, vi era stato un tentativo di aprire le porte del carcere, e la forza pubblica ducale sia pure intervenuta non si dimostrava più in grado di domare la situazione.
Soltanto l'intervento della truppa francese di occupazione, al diretto co­mando del generale di Brigata Guenand, comandante della Piazza, salvò la
i) Come nota di colore possiamo riferire che lo scambio di battete Viva la Repubblica, e viva il Duca! , avvenne tra il conte Francesco Soprani e il generale francese Guenaud. U Rossi omette 11 nome del Soprani forse per un riguardo alla famiglia tanto più in tempo di Restaurazione. Egli doveva essere allora assai giovane, pia avanti fu tra la schiera dei validi poeti piacentini del tempo (Luici MUNSI, Dizionario biografico piacentino.. Piacenza, 1900). Fu arrestato dai Francesi nel 1800, ma poco dopo fa liberato per intercessione della sorella sposata al marchese Baldini, Mori 111 marzo 1840.
Nonostante la partecipazione di qualche aristocratico, e di elementi borghesi come il dentista Sbalbi, il complesso del movimento era rivolto contro le categorie abbienti. Ecco perché si scrive di coccarde repubblicane, di appelli contro i ricchi, di denunce di granai murati per favorire il rincaro dei prezzi.
È interessante rilevare le ripercussioni nelle campagne dove però il fenomeno dei prezzi aveva minore incidenza e dove gli arresti furono abbastanza numerosi. Tra gli altri vi fa Claudio Bono Idi che divenne poi un famoso tenore.
Tra i moventi si potrebbe aggiungere non coincidenza cronologica. La sedizione seguì di poche settimane una situazione politica piuttosto difficile e incerta dovuta alla conseguenza della battaglia di Marengo, all'occupazione francese, all'armistizio con i te­deschi, alla capitolazione del castello.