Rassegna storica del Risorgimento
PIACENZA STORIA 1800
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1972
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Emilio Nasalll Rocca
diretto alla Municipalità di Milano e tendente a ottenere l'assistenza di questa per sottrarsi dalla sovranità del Duca e piantare in Piacenza, dichiarata repubblica, l'albero della libertà* Il governo ducale perdette la pazienza; verso la fine di ottobre ordinò l'arresto improvviso del Belcini, a coi venne anche sequestrata qualche carta sediziosa. Ma quando dovette pentirsi, e subito, di quell'atto di energia! Diversi contadini furon pronti a deporre di essere stati da Ini eccitati alla rivolta: ma gli amici del Belcini e gli altri patriotti della città, nella mattina stessa dell'arresto, si raccolsero in casa dell'avvocato Poggi per procurarne la liberazione. Si concertò di trovar la maniera di far uscire il Belcini, protestandosi, specialmente dal Poggi e dal capitano Boccia, non doversi tollerare che fosse molestato un patriotto per morivo di opinioni. Cosi si recarono tutti, prima del comandante francese Beranger e poi dal commissario di guerra francese che furon sollecitati da quei capi come pratici della loro lingua, a prender impegno per la liberazione. Il Beranger, a quanto pare, si lasciò trascinare dalla presenza e dai discorsi di quegli entusiasti a dichiarazioni troppo violente certo è che corse subito dal governatore chiedendo il rilascio del reo, e nonostante le energiche proteste del Crescini, potè la sera presentarlo trionfalmente libero e sciolto a una trentina di patriotti, radunati nella stessa sua camera fra l'entusiasmo repubblicano che si può immaginare. Voleva farlo partir la mattina seguente per Milano, con una raccomandazione per un impiego; ma avendo sentito dal Belcini medesimo che il Governo nel liberarlo gli aveva intimato il bando, protestò che così non era stata l'intelligenza avuta col Governatore, e gli ordinò di restare, mentre assicurava i giacobini presenti che d'ora in avanti nessuno sarebbe più stato arrestato dal Governo senza sua scienza. Ed infatti il Duca fu costretto a revocare < per molti prudenti riflessi il bando, contentandosi delle promesse e assicurazioni del Beranger, e fll Belcini potè passeggiare per Piacenza diversi giorni prima di andarsene a Milano ove ottenne subito un impiego. E prima che egli partisse, i suoi amici gli prepararono una Rappresentanza per la Municipalità di Milano, in cui si dimostrava un'oppressione il suo arresto e lo si raccomandava a quell'amministrazione, della quale invocavasi l'amicizia e la protezione contro altre evetuali persecuzioni per eguali motivi: la stese e firmò per primo il Poggi; fa portata in giro per la città e la sottoscrissero tutti i patriotti e anche alcuni solamente geniali .