Rassegna storica del Risorgimento

TRIBUNALE DELLA MONARCHIA DI SICILIA
anno <1972>   pagina <39>
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Sul tribunale della monarchia sicula
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lica.1' Alla line fu accettata da Roma la proposta napoletana di rinviare le trattative.
Alla fine di gennaio 1853 De Luca era di nnovo ad Aversa.Z) Due mesi dopo egli ricevette una lettera da Antonelli in cui questi esigeva un regola* mento della questione siciliana e dichiarava insostenibile quello stato di cose.3) Nel giugno dello slesso anno egli avvertì De Luca degli abusi del Tribunale e dichiaro nuovamente che la base per ogni trattativa poteva essere solo la Bolla FidefeflJ-
Mentre Napoli cercava di ampliare le facoltà del giudice oltre i lìmiti fìssati dalla Bolla FUleli, Roma si dichiarava disposta a trattativa solo a condi­zione d'un rafforzamento dell'autorità papale. Le trattative furono riprese solo due anni dopo. Venne mandato a Napoli il segretario della Congregazione dei Vescovi e Regolari* Bizzarri, per riaprire trattative giunte ad un punto morto.5)
Nel frattempo, però, la posizione del governo borbonico era divenuta più debole, e prova ne era il Breve Peculiaribus, pubblicato il 26 gennaio 1856. In esso non v'era più cenno alcuno delle facoltà concesse ad triennium, anzi al giudice del Tribunale veniva fatto obbligo di chiedere l'autorizzazione di Roma per ogni caso di mistura col primo grado di consanguineità, e di citare la COBI concessa facoltà nella sua sentenza.6' Chiunque intendesse chiedere tale dispensa si poteva, però, rivolgere anche direttamente a Roma. Per la dichiarazione di nullità dei voti religiosi ci si doveva rivolgere a Roma e di là potevano essere delegati uno o più vescovi siciliani con questo incarico. Quest'ultimo punto era il fine principale perseguito da Roma; esso stava al fondo di tutte le trattative riguardanti le facoltà di dispensa.
Le prescrizioni contenute nel Breve Peculiaribus erano dirette contro la prassi usata fino ad allora dal Tribunale della Monarchia, ossia contro la Legazia del re, ripudiato dalla Curia con forza sempre maggiore:
La sapposta Legazia non è che una profanazione dell'autorità Apostolica: il Giudice della Monarchia non è che un fantoccio per coprire Fazione del Governo nelle cose ecclesiastiche.7)
L'abrogazione dei diritti dei Tribunale era già cominciata prima ancora della sua soppressione.
L'abolizione della Legazia era solo una questione di mutamento nella situazione politica. La cacciata dei Borboni e il nuovo Regno d'Italia offrivano alla Curia l'opportunità di sfruttare l'occasione prima del ritorno del sovrano legittimo . In Valicano nessuno dubitava del ritorno dei Borboni.
1) De Luca a Cassisi, 18 dicembre 1852 e Cassisi a De Luca, 21 dicembre 1852, idem.
2) De Luca a Cassisi, 19 gennaio 1853, idem.
3) Antonelli a De Luca, 24 marzo 1853, idem,
4) Antonelli a De Luca, 25 giugno 1853, idem,
5) JOSEF SCHMIDLIN, Papstgeschichte der Neuesten Zeit, voi. II, Miinchen, 1934, p. 113, SENTO, p. 231, CATALANO, p. 121 sg,
*) SENTI s, p. 280, Peculiaribus. 7) Ponenza, 1863, 31.