Rassegna storica del Risorgimento

TRIBUNALE DELLA MONARCHIA DI SICILIA
anno <1972>   pagina <40>
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Editti Saùrer
Doversi ciò fare prima che il re ritorni ai suoi Stati *, ') Nel novambre 1862 Pio IX incaricò una congregazione prelatìzia sotto la presenza del card. Caterini, di raccogliere il materiale per una Bolla, In cui fosse pronunciata la definitiva abolizione della Legazia.2*
Uno dei prelati procurò alla congregazione i documenti necessari e, insieme al canonico Francesco Stoppani, scrisse una storia del diritto di Legazia ed anche Brevi osservazioni sulla non esistenza canonica e legittima della Legazia in Sicilia ,3) nelle quali sostenne la tesi che il diritto di Legazia era già stato abolito da Clemente XI e non era stato rinnovato da Benedetto XIII. La Bolla Fìdeli poi si riferiva al Tribunale della Monarchia.
Nella seduta del 2 marzo 1863 furono letti i voti dei consultori.4)
Tatti gli interpellati ne consigliarono con più o meno insistenza l'aboli­zione, ma richiesero nello stesso tempo la conservazione dei privilegi tradizio­nali, la cui amministrazione doveva essere affidata ai Vescovi. A questa deci­sione la S. Sede deve venire se non vuole vedere la Sicilia scissa dall'Unità del Regime cattolico .s) Monsignor Franchi, più tardi cardinale segretario di Stato di Leone Xlli, richiamò l'attenzione sul fatto che i Papi, sia nel Concordato sia nel Breve Peculiaribus ( ne dum omnes, et singulas Canonicas facilitate* ... conservare intendimus, sed etiam novas favore Siciliae concessiones tribuendas oonsemus), avevano dichiarato di non intraprendere nulla contro il tribunale della Monarchia Egli fece osservare anche che i vescovi siciliani non avevano mai richiesto l'abolizione del Tribunale e che le condizioni politiche presenti erano estremamente difficili : ... le attuali gravissime circostanze in cui versa la Sicilia, le mene di un partito che sotto l'egida e l'impulso di un Governo usur­patore si adopera in ogni guisa per produrre specialmente nel suolo siciliano uno scisma formale con la S. Sede Apostolica, in fine la probabilità di non vedere eseguite, e forse anzi disprezzate le disposizioni del Sommo Pontefice con pregiudizio della Sua Autorità, e con grave danno delle coscienze de' Fedeli.6)
Nonostante ciò Franchi sostenne la necessità di abolire il Tribunale, mentre mons. Ceiosia, siciliano, ne preferiva con tutta evidenza la sopravvivenza,7) anche se con alcune limitazioni.
Mons. Gianelli era, come Franchi, del parere che anche in futuro tutte le cause dovessero terminarsi in Sicilia: considerando che... la parte più istruita ed importante della popolazione siciliana ed anche del Clero vedrebbe con vero disgusto la perdita totale dei privilegi Apostolici .8)
Come si vede, i consultori esitavano a togliere alla Sicilia tutti i suoi privi­legi e neppure furono unanimi sulla data di pubblicazione della Bolla. Nel verbale finale del dibattito si dichiarò opportuno doversi tener preparati tanto
>} Ponenza 1867, 3.
2) Membri della Congregazione: card. Prospero Caterini, i mons. Giuseppe Biz­zarri, Pietro Gianelli, Alessandro Franchi, Francesco Saverio Apuzzo, Michelangelo Celesta. Caterini era il Prefetto della Congregazione del Concilio.
3) Idem, 3541.
<) Idem* 127-157.
5) Voto mons. Apazzo, idem, 134.
6) Idem, 136.
7) Voto mons. Celesta, proponeva gli Arcivescovi come Delegati Apostolici, ossìa di togliere al giudice le cariche per gravame, idem, 127-132.
8) Voto mons. Franchi, idem. 138.