Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
anno <1972>   pagina <45>
immagine non disponibile

Pietro Marmili
45
dello spìrito pubblico >. A tal fine fece diffondere L'insegnamento popolare, opuscolo clic riproduceva fedelmente il pensiero di Mazzini.'J
L occulto lavorìo dei frequenti conciliaboli che si tenevano nella casa del nostro patriota era rivolto a raccogliere le forze dell'Italia centro-meridionale per una nuova insurrezione, che avrebbe dovuto scoppiare nell'estate del 1833. Essa, però, aborti sul nascere per la vigilanza della polizia e, in seguito alla sco­perta delle macchinazioni settarie, molti furono i cospiratori arrestati e per­quisiti: il Marrelli cercò scampo nella fuga e per undici mesi peregrinò da un paese all'altro. Il 17 maggio dello stesso anno fu spiccato contro di lui mandato di cattura e gli fu nuovamente perquisita la casa con esito ancora una volta negativo. IN e seguì un lungo e laborioso processo in cui furono implicati molti patrioti aquilani. Ma, per mancanza di prove o, come si disse, per un atteggia­mento più liberale nella politica del marchese Del Carretto, si: concluse senza condanne, e i cospiratori furono lasciati liberi.3) Il 15 marzo 1834 fu revocato l'ordine d'arresto del Marrelli, il quale potè fare ritorno in Aquila con barba di apparente galanteria , ma ancora strettamente sorvegliato.
Tina nuova insurrezione, cui aveva dato un notevole contributo organizza­tivo il Nostro, fu fissata per l'8 settembre 1841, quando le forze di polizia veni­vano richiamate a Napoli per la storica parata di Piedigrotta. La giornata tra­scorse in apparente calma, ma nell'aria, fin dal mattino, si avvertiva vento di tempesta per un insolito movimento e per i frequenti crocchi che si forma­vano lungo le principali strade cittadine, A tarda sera, infatti, il colonnello Tan-fano fu assassinato. Tutta la città era in rivolta 3) e la situazione in mano degli insorti. Se si esce per la città con una scopa, s'intende fatta la repubblica >, poteva dire Gregorio Calore, giovane carbonaro.4>
L'entusiasmo fu di breve durata, perché le altre città non si mossero, né mandò Napoli gli aiuti promessi. L'Aquila quindi rimase sola contro gli assalti delle soverchiami forze borboniche. I congiurati furono dispersi e il nostro Marrelli, con molti altri, fu arrestato e processato. Fu messo, però, in libertà provvisoria per insufficienza di prove e relegato a Teramo sotto sorveglianza speciale.5)
Nella cittadina abruzzese tenne una condotta irrequieta. Aveva subito con­quistato le simpatie dei giovani patrioti teramani, definiti esaltati nei rapporti dell'intendente Val ice. Con essi stava preparando l'insurrezione del '48, ma l'Intendente lo rispedì bruscamente in Aquila quale ospite indesiderato. Nel suo rapporto affermava che molti giovani destavano sospetti e precisamente
J>> BRUNO, O>. cit., p. 12.
2) A. S., Processi politici, Processo del 1833, Serie I, Gai. II, Voi. I.
3) Per i moti dei 1841 cfr. LEPIDA FAVA no. L'insurrezione aquilana del 1841, Roma, Tipografia V. Bir rlieri, 1907 ; VINCENZO CERRI, Ricordi aquilani intorno alla rivoluzione del 1841 e cospirazioni anteriori al 1848, L'Aquila, Tip. Dell'Indipendente, 1900; LUIGI MAZZI, / prodromi della rivoluziona del *48 in Aquila e Reggio Calabria, Reggio Calabria, per i tipi di F. Morello, 1893.
<) MANZI, op. cit., p. 33.
5) Gli atti del processo si conservano nell'Archivio di Stato dell'Aquila. Formano 36 volami, dai quali rifinita che i processali furono 133 e 300 i contumaci; 4 condannati a morte, che furono fucilati, e 56 alla reclusione. Gli altri, tra cui il Marrelli, furono assolti per insufficienza di prove.