Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
anno <1972>   pagina <58>
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SestUìo Antonio Falasco.
demlo le forze della democrazia dei due mondi, poteva stabilire un'organizza­zione vasta, ordinata e compatta per preparare ima rivoluzione ampia, defi­nitiva, radicale del grande problema politico-sociale con principi puri democra­tici , Era sua ferma convinzione che solo con la bandiera mazziniana si potesse risolvere IL problema romano e che nello slato attuale delle cose nulla più potesse fare Garibaldi per l'Italia. Anzi, se avesse tentato la presa di Roma, forse avrebbe avuto in petto la palla cb'ebbe dalla Monarchia nel piede ad Aspromonte. In conclusione, un'impresa di Garibaldi su Roma si poteva ap­poggiare soltanto se esisteva un accordo col Mazzini, diversamente andava a luì tutta la commiserazione dei veri democratici che lo vedevano con l'assisa regia e con la bandiera di un individuo e non di un principio . ' '
Da questo documento e da altri che a mano a mano verremo esaminando, risulta che l'appoggio dei repubblicani alla nuova attività del Marrelli, era con­dizionata da un preventivo accordo di Garibaldi col Mazzini. Era inoltre per tutti auspicabile la partecipazione del Cattaneo, per dare alle forze democratiche una solida organizzazione.
Il nostro patriota, per diradare i dubbi ai collaboratori e per porre la sua azione politica su una linea di chiarezza, chiedeva istruzioni a Firenze. Gli rispose Fabio Cannella che Mazzini, Garibaldi e Cattaneo agivano di con* certo ; ma aggiungeva: Tu sai chi è Garibaldi, quindi non si può stare sempre al suo giudizio, e perciò non sarebbe difficile sentirlo da un momento all'altro in disaccordo col primo .2) Il Marrelli poteva dare così concrete assicurazioni ai suoi corrispondenti, se non altro perché, oltre all'accordo sul massimo triumvi­rato, esisteva in Aquila un vero coltro democratico, che, per quanto ristretto, era stato in ogni tempo attivo cooperatore e raccoglitore di fondi per il trionfo della bandiera della libertà , senza transigere mai ai principi pura­mente democratici . Si trattava ora, in quella particolare contingenza, di ap­profittare machiavellicamente del prestigio del nome di Garibaldi e della sua bandiera, regia in apparenza, ma unitaria, per l'esplicamento del concetto democratico .3)
Intorno alla metà di giugno le forze liberali avevano raggiunto un soddi­sfacente grado di compattezza e di efficienza, anche se perduravano ancora le divergenze sul programma e l'attuazione finale dell'impresa. Il partito repub­blicano aveva ormai acquistato coscienza della sua forza. Lo credeva Mazzini: Il partito è immensamente forte oggi in Italia; scriveva al Marrelli il malcontento del quale esso può avvalersi, è vasto e profondo . Il sistema monar­chico, aveva esaurito tutte le prove per l'Italia, e perciò era necessità , era dovere, cercarle salute nella sola bandiera nazionale davvero, la Repubbli­cana . Ciò si poteva realizzare con una vasta e seria azione organizzativa, che tendesse a disporre gli animi ad accingersi a fare e ad essere apostoli oggi per esser militi domani. Questo era dunque lo scopo dell'* Alleanza repubbli­cana , e per esso il Marrelli era invitato a lavorare. Il Genovese, passando ad
B. Pn Scaff. L 28, voi. I, u. 27; Arìodante Mambelli a P. Marrelli, Àtri, 5
giugno 1867.
2) B. PM Scaff. L 28, voi. I, n. 24; F. Cairn ci In a P. Marrelli, Firenze, 4 giugno 1867. Per una conoscenza più approfondita della situazione politica generale cfr. F.
IUllTOCCINI, Op. CU.
3) B. P Scaff. L 28, voi. I, n. 29; P. Marrelli a A. Mambelli, senza data; BRUNO, op. cit., p. 172.