Rassegna storica del Risorgimento
BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
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1972
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Pietro Marrelli
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una gara generosa di dedizione, una comune volontà di lare qualcosa, un con-i inuo ripetere di prepararsi come meglio si poteva; ma quando le spedizioni sono già in anni diceva il Petrini al Marrelli forse si può fare come si può, ma per prepararle la volontà e braccia non bastano, ma ci vogliono denari, denari e denari . ')
A Firenze intanto, per uscire dalle strettoie di una politica isolazionista e porre su una linea di concretezza la loro azione cospirativa, i dirigenti venivano maturando l'idea di rinunciare al principio repubblicano, inizialmente inderogabile. Ora si poteva pensare persino a sollecitare una qualsiasi, come comunemente si diceva, machiavellica unione che facesse suo il programma del ricongiungimento a qualunque costo di Roma all'Italia. L'ora sembrava quanto mai propizia, se persino il Rattazzi, detestato ormai da tutte le vecchie consorterie , s! era rifugiato sotto la bandiera dei democratici, promettendo di spargere lutto il suo sangue per loro. Non so però commentava il Cannella al Marrelli se questi salassi voglia farseli con le mignatte o con la lancetta, ma è certo che è venuto a chiedere protezione a noi. Gli si è risposto che se voleva uniformarsi ai nostri scopi non lo avremmo respinto. E difatti la sinistra lo appoggia .2)
Si poneva a questo punto l'esigenza di attendere gli sviluppi della situazione politica interna ed internazionale. I più in seno al Comitato fiorentino erano propensi a lasciar correre altro tempo, prima di avventurarsi in un'impresa quanto mal rischiosa. À questo punto le opinioni oscillavano tra la ferma volontà di Garibaldi di agire ad ogni costo e subito, e la totale sfiducia di alcuni organizzatori del Centro dell'Emigrazione di Firenze, i quali ritenevano addirittura che nell'anno in corso nulla più si potesse fare per Roma.
Tra questi stridenti contrasti Salomone scriveva al Marrelli 1"8 luglio: Il Generale è deciso a tentare un colpo su Roma; ora conviene lasciarlo solo? Conviene a noi abruzzesi che siamo alle porte di Roma rimanerci spettatori? Se credi che l'onor nostro, l'interesse nazionale e locale c'imponga prenderci parte, allora organizza e datti da fare.*) Egli stesso per collaborare si portò in Aquila, recando con sé questa telegrafica lettera di Garibaldi: Noi contiamo sulla cooperazione vostra e sulla coraggiosa e robusta gioventù abruzzese. Prepararsi dunque e spero non lontano il momento .4) Ben presto però si rese conto dell'impossibilità di fissare un comune piano d'azione e ritornò dal suo Generale deluso di non aver potuto condurre a termine la sua missione per gravi divergenze politiche sull'organizzazione e sulla condotta dell'impresa.
II Comitato aquilano, infatti, risentiva del clima d'incertezza che regnava a Firenze e, oltre a rimanere fermo sul principio di dare all'impresa la bandiera repubblicana, non si riteneva in grado di prestare appoggio al prossimo tentativo* se non in pieno accordo con il Centro fiorentino. Ma questo, come si è accennato, era attanagliato da incertezze e fondate riflessioni a tal punto,
1) B. Pn Scafi*. L 28, voi. I, n. 103; L. Petrini a P. Marrelli, Rieti, 9 settembre 1867; Bau NO, op. c, p. 180.
2) B. P., Scali. L 28, voi. I, n. 59; F. Cannella a P. Marrelli, Firenze, 6 luglio 1867. Per l'att eg gì amento del Rattazzi cfr. F. BAIITOCCINI, op. cit.
3) B. Pn Scafi*. L 28, voi, I, tu 63; S. Salomone a P. Marrelli, Firenze, 8 luglio 1867; Brano, op. cìu, p. 177.
4) B. P.i Scafi. L 28, voi. I, n. 64{ G. Garibaldi al Comitato Aquilano, Moromm-mano, 10 luglio 1867, in Edi, no*, degli Scritti di G. Garibuldit voi. V, p. 405.