Rassegna storica del Risorgimento
BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
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1972
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SesUlio Antonio Falasco
che non si ripetesse una seconda edizione dei fatti di Aspromonte, come ne sorgeva il dubbio in ognuno che aveva del buon senso, e come lo posizione attuale ed i fatti facevano presagire.'*
Questi erano i dubbi e le convinzioni, le riflessioni e i presentimenti, le speranze e i desideri degli organizzatori abruzzesi chiamati alla grave responsabilità di promuovere o di osteggiare l'impresa di Garibaldi. Ma quando questi volle assolutamente agire, scriveva Salomone nella sua Relazione* l'appoggio fu unanime ed incondizionalo, pur fermo restando il dubbio che a Roma non si sarebbe arrivati .
Ai primi di agosto giungeva in Aquila Emilio Elenio, fiduciario di Garibaldi, allo scopo di raccogliere un pugno d'uomini e con esso penetrare nello Stato pontificio e fomentarvi l'agitazione . Aveva un'anima bollente , ed ogni ora che passava era martirio per lui . Solo rarrivo di Menotti in Aquila, inviato dal padre, per sue alte vedute, a toccare rapidamente tutta la frontiera pontificia, riuscì a distoglierlo e a calmarlo.2)
Menotti raggiunse la città abruzzese verso il tramonto del 13 agosto. Era accompagnato da Salomone e dal maggiore Achille Fazzari. Molte carrozze ed un lungo corteo di popolo erano usciti ad incontrarlo. Fu onorato dalla Giunta comunale, dai maggiori esponenti democratici locali e dagli ufficiali della Milizia Civica. Il prefetto Caffaro si affrettò a far pervenire agli ospiti notizia delle severe disposizioni governative, che miravano a reprimere qualsiasi tentativo alla frontiera pontificia. Il giorno seguente Menotti, con i suoi accompagnatori, proseguiva il viaggio alla volta di Napoli attraverso il territorio marsi-cano.3)
A Firenze frattanto, di fronte all'ineluttabilità degli avvenimenti, il Centro dell'Emigrazione sciolse ogni riserva ed assunse definitivamente la responsabilità dell'impresa. E, per volontà di Garibaldi, fu inviato a Roma, in missione segreta, Virgilio Estivai a studiarvi diligentemente lo spirito di quella popolazione, i preparativi, l'attività e lo scopo di quei Comitati . Questi il 20 agosto riferiva al Martelli l'esito faUimentare della sua missione. A Roma aveva potuto osservare ima grave deficienza d'organizzazione, l'indifferenza e l'assenteismo dei Romani, la saldezza delle forze pontificie. I tradimenti e i sabotaggi rendevano ancor più incerta la buona riuscita dell'impresa. 4> Gli affari vanno male, male assai , scriveva al Marrelli da Roma. Successivamente si portò in Aquila e potè rendersi conto di quanto anche qui fosse ancora lontana una seria preparazione per la mancanza di fondi; il Comitato abruzzese aveva integralmente rimesso i suoi al Centro fiorentino, che ne aveva fatto richiesta. Ma ormai, nonostante la grave impreparazione, si rimase nella fatalistica posizione di non poter arrestare quel mastodontico macchinario che inevitabilmente aveva preso il via. Il tempo stringe, perciò raccomando ai nostri amici sollecitudine , ripeteva il 4 settembre Menotti a Salomone, allora in Aquila.5)
A questo punto anche il Comitato aquilano ruppe gli indugi e passò ad
t) B. P., Scaff. t 28, voi. I, n. 94; Troiano Delfico a P, MarreDi, MontesflVano, 21 ag>8to 1867.
2) Relazione di F* Salomone, cit dee n. 148.
3) Ibidem.
*) J8. Pn Scaff. 28, voi. I, n. 93; V. Estivai a P. Marrelli, Roma, 20 agosto 1867. 5) B. P., Scaff. L 28, voi- I* n. 97; Menotti Garibaldi a F. Salomone, Firenze, 4 h?Uenibre 1867.