Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
anno <1972>   pagina <66>
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Sestilio Antonio Falasco
si rifiutavano di dispensare per ragioni campanilistiche. Al Comitato aquilano non furono risparmiale, come vedremo, aspre e violente critiche e talvolta pe­santi ingiurie, da parte di molti giovani che si credevano trascurati o che non potevano prender parte all'impresa per mancanza del necessario.
Nonostante le calunnie e i malintesi, i rancori e le gelosie municipalistiche, l'organizzazione aveva raggiunto un soddisfacente grado di efficienza. Luigi Paoletti, dopo un assiduo lavoro sostenuto per portare a termine i preparativi, poteva scrivere al Marreili: La commessa a me data di provvedere al più presto roccorrente per la prossima vendemmia è stata scrupolosamente eseguita. Tutto è ben disposto e pronto pel giorno 18 corrente dal signor Mattei fissato; giorno che dai coloni ed operai non si vorrebbe interiormente differito, essendo la stagione propizia e le uve perfettamente mature. Urge però il denaro per la paga degli operai, per il trasporto di essi e per l'acquisto degli utensili.1'
Da Scnrcola si faceva sapere che era stata disposta ogni cosa per la ven­demmia e che una buona mano di lavoratori era a disposizione degli orga­nizzatori. À Celano i giovani lamentavano la mancanza di denaro e la trascu­ratezza del Comitato aquilano. A Pratola Peligna e nel circondario erano già pronti 15 giovani atti al fucile , però l'organizzatore Gaetano Lucci aveva creduto opportuno di avvisare soltanto i più prudenti e di riservarsi per gli altri il momento dell'azione, onde non generare confusione e coglierli invece all'improvviso e con l'entusiasmo .2) Da Atri la voce del Mambelli invitava ancora alla riflessione e alla ponderatezza. Riconfermava il dubbio che a Roma non si sarebbe mai arrivati, ma avvertiva la necessità di preparare i giovani ad elevare il grido repubblicano , qualora l'impresa avesse insperabilmente pre­so una piega favorevole. Non si sapeva spiegare come Garibaldi, dopo la palla di Aspromonte, dopo la vergognosa farsa di Custoza , fosse tanto innamorato della Monarchia sabauda . Erano, secondo l'Atriese, una grande sventura per l'Italia l'ibrido connubio della sinistra parlamentare con Rattazzi e il mo­narchismo di Garibaldi . U
Il maggiore responsabile del Comitato di Rieti, Ludovico Petrini, non riu­sciva a stare tranquillo sotto il peso della tremenda responsabilità e scriveva al Marreili, quasi per averne una nota di conforto: In cosa di tanto momento quale è quella di adoperare la propria influenza per muovere della gioventù patriottica e coraggiosa a conquistar Roma all'Italia, ed a farsi ammazzare, la responsabilità è tale che bisogna prima convincersi che la cosa è seria davvero e che non si ripeteranno i malaugurati fatti di Terni . H reatino non vedeva a buon punto l'organizzazione, sia per la mancanza quasi assoluta di mezzi, sia per l'assenza di un'unitaria direzione, sia per le relazioni poco chiare tra gli stessi comitati. Delle condizioni essenziali per la buona riuscita dell'impresa egli non ne vedeva curata una sola . L'organizzazione finora condotta censi* steva semplicemente nelFaver fatto nomini : il che, per non compromettere e la segretezza necessaria in simile contingenza , doveva essere invece Patto ul­timo da riservare al momento dell'azione. Era quindi del parere che in simili
0 B. P., Sciff. !.. 28, voi. I, n. 125; Luigi Paoletti a P. Marreili, 13 settembri,' 1867.
i) ss. , Seaff. L 28, voi. I, n. 112; Gaetano Lucci a P. Murre Ili, Sulmona 11 settembre 1867; BRUNO, op. cii.7 p. 181.
?J B. P., Scafi. L 28, voi I, ira. 99 e 102; A. Mambelli o P. Marreili, Atri, 8 e 9 settembre 1867.