Rassegna storica del Risorgimento
BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
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1972
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Sestilio Antonio Falasco
con sicurezza perché era a giorno di tutto , sia come organizzatore, sia come inviato in missione segreta a Roma. '>
Da L'Aquila, in seguito a ricognizioni fatte da alcuni esperti della configurazione topografica del Cieolano e della bassa Sabina, fu rimesso a Garibaldi, per l'approvazione, un piano militare di Salomone. Il Generale si affretto a rispondere: Io ho piena fiducia in voi quindi operate come volete: il mio concentramento fu ideato dal timore che il nemico non ci cogliesse alla spicciata, ma siccome combattendo voi vincerete, vi lascio carta bianca . Alla lettera era allegato un ordine del giorno per Salomone, al quale raccomandava di attenersi ai seguenti sei punti: 1) non impegnarsi con le truppe papali se non con molta probabilità di vincere; 2) se un comandante fosse stretto dalla neces-sita di combattere doveva ricordarsi e ricordare ai noi che il mondo intero aveva gli occhi su di loro e che sapeva che erano assuefatti a vincere; 3) evitare assolutamente scontri con le truppe dell'esercito italiano; 4) scopo del movimento era di rovesciare il governo dei preti, proclamare Roma capitale d'Italia e lasciare il popolo romano in piena libertà sulle proprie condizioni di pie* biscito; 5) lodevole contegno verso le popolazioni; 6) dare alle colonne l'organizzazione che ebbero in tutti i tempi i corpi volontari, aftinché dessero fiducia al paese e paura ai nemici d'Italia . -'
Le direttive di Garibaldi furono fatte pervenire a tutti gli organizzatori abruzzesi accompagnate dal seguente avviso : Nel giorno 30 volgente mese dovrà avvenire il movimento in Roma. Quindi le nostre squadre dovranno isolatamente passare la frontiera e cercare con accorgimento ed oculatezza possibile avvicinarsi alle porte di Roma, per accorrere allorché il movimento scoppierà .3l L'ordine di partenza suscitò, oltre al prevedibile entusiasmo giovanile, non pochi risentimenti tra coloro che si ritenevano trascurati dagli organizzatori. Da Popoli Giovanni Galli Zugaro accusava il Comitato aquilano di essere stato in un profondo letargo , facendo mancare a molti volontari il necessario per affrontare una campagna militare. Manifestava la sua volontà di battersi e di fare opera di persuasione verso i giovani, VCIA tutti si rifiutavano energicamente di incorrere nella taccia di temerari e di imbecilli, qualora, non essendo in numero sufficiente da far fronte all'inimico , dovessero assolutamente soccombere, e togliere totalmente il prestigio alla camicia rossa.4'
Bernardino Galli Zugaro, seguendo le orme del cugino, calcava ancor di più la mano nelle accuse, scrivendo questa lettera di fuoco ai Comitato: Pensai che il vostro martirio, la vostra esperienza di tanfanili ci avrebbe guidato con saggezza di consigli e di direzione. La vostra esperienza ha fatto una cattiva prova non solo; ma la falsità delle vostre promesse, il modo subdolo col quale le esponeste, più l'incertezza nei vostri passi ci dà il diritto di giudicare che usurpaste un campo non vostro, che, ignoranti della lingua madre, presumeste di parlarne una straniera . Rimproverava al Comitato di aver lesinato a gio-
') Ibidem.
2> B. E ;Soaff. L 28, voi. L n. 155; G. Garibaldi a F. Salomone, Firenze, 21 set-tembre 1867: è una copia scritta dal Martelli. Questa lettera trascrina anche nella Relazione di Salomone, it.
SQ B. P., Seaff. L 28, voi. t, n, 156; F. Salomone a Giovuran Cipollini. Aquila, 23 settembre 1867. Relazione di Salomone, eit., n. 149.
*) B. P Scsff. L 28, voi. L n. 160; Giovanni Galli Zngarn a P. Monelli, Popoli,
23 settembre 1867.