Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
anno <1972>   pagina <72>
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Seslìlio Antonio Fulttsca
l'onore di toccare per primo, con pochi ardimentosi, il suolo romano; e lo foce nella notte del 3 ottobre, cercando rifugio e protezione nella boscaglia. Questo fatto ebbe enorme ripercussione sul morale dei volontari e degli organizza­tori} rinverdendo l'ottimismo e sollecitando la speranza di una fulminea cam­pagna.
Il Marrelli, nel diffuso clima d'entusiasmo, si affrettò a redigere per il pò-polo abruzzese il seguente proclama: Antonio Carelli, il prode e generoso avanzo dei Mille, lo strenuo soldato delle patrie battaglie, con un pugno di giovani ardenti è già entrato nel territorio pontificio. Fra poco saranno sotto le mura di Roma, prossima ad insorgere come già sono insorti Viterbo ed altri luoghi delle province Romane... L'aspirazione nazionale di conquistare la propria capitale, e di liberarla dal servaggio e dalla codarda ira dei preti, abbia compimento per opera degli Abruzzesi a preferenza di qualunque altro italiano. Questo fatto formerebbe una pagina di storia gloriosa ed imperitura pel nostro Abruzzo, il quale nelle attuali emergenze, dovrebbe unire in un fascio tutte le volontà e tutti i mezzi di cui può disporre . Proseguiva invitando tutti i veri Abruzzesi a sostenere Roma che stava per insorgere, perché la sventura di una disfatta li avrebbe coperti di disonore , e il nome di tutto il popolo d'Abruzzo sarebbe divenuto di obbrobrio all'Italia . ')
Si diceva che a Roma molti elementi dell'esercito pontificio avessero ab­bracciato la causa dei garibaldini; questo fatto fece pensare agli organizzatori che tutto fosse pronto per la rivoluzione. Nel frattempo si erano mossi anche i volontari di Rieti, condotti dal Petrini e dal Vincentini, occupando Monte Ger­mano nel territorio pontificio, per puntare su Palombara, scelta come punto di concentramento di tutte le forze volontarie. All'alba del 4 ottobre, mentre l'in­tera colonna abruzzese sostava nei dintorni di Nerola, si uni ad essa un altro contingente guidato da Menotti, il quale per aprirsi un varco aveva dovuto in­gaggiare un duro combattimento con un distaccamento forte di 120 uomini fra gendarmi e Zuavi . I volontari ebbero un morto e due feriti, i papalini due ufficiali morti e un gendarme ferito gravemente. Menotti perdette il cavallo. Se fossi pittore scriveva lo Scenna al Marrelli vi pitterei la figura di Menotti, lacero di scarpe ed abiti .2j
La prima azione rilevante dell'intero corpo dei garibaldini, ora comandato da Menotti, fu l'occupazione di Nerola, tenuta da una brigata di gendarmi, che abbandonarono le posizioni al nemico senza opporre resistenza. Lo spirito dei giovani è magnifico riferiva lo Scenna al Marrelli ad onta che i pove­retti patiscono non dico la fame, ma quasi quasi .3) A Nerola, dove i volontari si erano acquartierati attirati dalla posizione fortificata della cittadina, si atten­deva con ansia l'alba del 5 ottobre, per sentire suonare a martello le campane romane in segno di rivolta. L'alba, tra il fragore delle armi e il peana di guerra dei volontari, si levò cosparsa di pioggia e di nevischio. Ma le campane non suonarono. Roma non si mosse. L'insurrezione fu all'ultimo momento per l'enne­sima volta rinviata al 21 dello slesso mese, perché la città non offriva garanzie
>) B. P., Scafi*. L 20, voi. fi, n. 16; Proclama di P. Marrelli agli Abruzzesi, Aquila, 4 ottobre 1867.
2) B. P., Scaff. h 28, voi. II, n. SI; Vincenzo Scanna a P. Marrelli, Dal campo sotto Nerola, 7 ottobre 1867, ore 10 a. ni.
3) Ibidem.