Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
anno <1972>   pagina <75>
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Pietro Marrelli
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razione solenne, che coll'inviare qnel numero di giovani che potremo, inten­diamo agire da noi e non per premure di Comitali >.')
Mambelli da Atri poteva mandare 50 giovani, ma dovevano essere armati e vestiti. Luigi Caccia ed Enrico Panzone inviavano da Pescara volontari a loro spese. Benedetto Colella, a nome degli amici di Caramanico, spediva questa supplichevole lettera al nostro patriota: Io vi conosco secondo relazioni per un uomo di impareggiabile cuore e di consumali sacrifìci; se tale siete fatemi carità, ve ne prego! Non domando che qualche somma sufficiente per poter portare almeno, se non tutti, i migliori giovani apparolati che poiriano dare il numero di 30 .2) Da Penne Filandro Colacito, dal capezzale del fratello affetto da colera, scriveva al Marrelli: Se qui esiste un fratello quasi morente, altri fratelli nel Pontificio chiedono soccorso ed il loro grido risuona troppo com­movente al mio cuore. Essi però furono più fortunati di me, poiché già subi­scono il battesimo di fuoco pel riscatto dell'eterna città . Si rivolgeva quindi alla bontà e alla saggezza del nostro patriota per avere qualche lume e dire* zione, consiglio e mezzi affinché potesse condurre la sua guerriglia di ben 100 giovani al soccorso dei fratelli insorti.3)
Nel campo dei volontari FU ottobre Menotti dispose che fi maggiore Rovigbi occupasse Montorio Romano e Salomone, con poche compagnie, il Mante Calvario. Il grosso dell'esercito a mezzogiorno del 13 lasciava Nerola e puntava su Monte Maggiore, occupato da circa 600 antiboini. Ma, durante la marcia, nei pressi di Monte Libretti, a circa un'ora di cammino dalla meta, ci fu uno scontro con una ricognizione di 80 Zuavi. Sia da una parte, sia dall'altra si ignorava quali potessero essere le forze effettive dell'avversario, in quanto gli uni e gli altri si trovarono di fronte inavvertitamente. La difesa dei gari­baldini, colti alla sprovvista, fu disordinata. Ma non mancarono episodi di autentico eroismo. Rifulsero in questo scontro il valore ed il coraggio del mag­giore Fazzari, che, alla testa dei suoi, tornò più. volte alla carica alla baionetta. Nell'assalto riportò diverse ferite e perse il cavallo e, sanguinante e claudicante, si gettò nella mischia e scomparve solo fra i nemici, creduto morto dai volon­tari. Il giorno dopo, però, lo Scenna, in un giro di ricognizione, lo trovò rico­verato in una stalla e assistito da tre zuavi che avevano fraternizzato con Ini* Fu accompagnato festosamente a Nerola, dove i volontari erano ripiegati dopo Io econtro, al suono dell'inno di Garibaldi e al grido di Viva Garibaldi, Viva Fazzari, Viva l'Italia e Roma.
Questo scontro rivelò tutte le manchevolezze dello Stato Maggiore di Me­notti e acuì i risentimenti e il malcontento dei subalterni. Il Mozzetti;, com­mentando negativamente al Marrelli i fatti di Monte Libretti, aggiungeva: Ser­virà di lezione al buon Menotti . E lo Scenna : Lo Stato Maggiore della Colonna Menotti non vale un fico e vi dico Inter nos che lo stesso Menotti in strategia non sa disporre . *)
Q B. P., Scafi". L 28, voi. IL n. 34}: IS. N.l a P. Marrelli, Sulmona, 8 ottobre [18671; BBUWO, op. eitn p. 186.
9 B. :P., Scafi*. L 28, voi. fi, n. 60; B. Colella a P. MorrolK, Garanuurico, 12 ottobre 1867.
5) B. P, Scafi. L 28, voi. It n. 90; Filandro Colacito n P. Marrelli, Penne, 15
ottobre 1867.
4) Cfr. i documenti in B. P Scafi*. L 28, voi. 13, n. 70, 77; Relazione di Salo mone, di., n. 155;; VAmitvmino del 20 ottobre 1867, anno IT, a. 78.