Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
anno <1972>   pagina <76>
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Sestilio Antonio Falasco,
Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre partiva da Pralola Peligna una spedi­zione di 40 giovani, comandata da Onia Ortensi e diretta nella Marsica per varcare di lì subito il confine. Un secondo drappello di volontari il giorno 17 era a Torre di Taglio, da dove nella notte parti per raggiungere gli altri. Era guidato dal Porta, il quale si lamentava col Marrelli della carenza di denaro e affermava di trovarsi in brutte acque, perché tra i suoi vi erano galantuomini e veri patrioti , ma c'era anche della canaglia puro sangue . Dava assicura zione, però, che sarebbe andato avanti in qualunque modo, superando qual­siasi ostacolo . ')
A Chiefci, che finora non aveva dato nessun contingente, erano pronti duecento giovani, ma non potevano partire per mancanza di fondi. Il De Sipio era rimasto isolato, avversato dai consorti e appoggiato tiepidamente dagli stessi amici . Di questo stato di cose teneva informato il Marrelli : I consorti sono contrari al movimento, e poi si presenteranno come eroi. Alcuni altri, e per costoro sono più arrabbiato, non fanno altro che balbettare bandiera repubblica e con siffatti pretesti non solo si ricusano a mettere un centesimo, ma dissuadono gli altri . E ancora : io vorrei sapere con quali mezzi inten­dono fare la repubblica. Quando siamo tranquilli sono cicale. Quando siamo in rivoluzione sono ranocchie. Né una slilla di sangue, né un soldo, ed inten­derebbero fare una repubblica universale con le chiacchiere . Successivamente il patriota chietino riferiva al Marrelli che non poteva resistere alle premure dei giovani, dei quali doveva frenare l'ardore per mancanza di denaro. Con più mezzi a disposizione sarebbero accorsi a centinaia.2)
A Lanciano Arrico Amari stava lavorando per allestire una spedizione e raccogliere fondi. Si doleva di non poter impugnare ancora la spada per gli acciacchi e per i quattro figli che gli pesavano sulle spalle. Avrebbe voluto nuovamente svestire la toga per compiere il dovere di ogni Italiano di non permettere che lo straniero contaminasse col suo impuro alito il cielo d'Italia e Roma . ?3
Il 17 ottobre il Comitato Centrale per l'Insurrezione Romana di Firenze spediva al Marrelli questa confidenziale: Roma sta per insorgere. Appena ne avrete la notizia fate che il paese altamente, nei modi legali, esprima la sua volontà, che si vada a Roma, capitale d'Italia. Confidiamo nella vostra prudenza ed energia . Questo comunicato fu riferito dal nostro patriota a tutti i colla­boratori con l'invito di tenersi pronti e di non mancare al proprio compito. 4>
Nel campo dei volontari frattanto in quello stesso giorno il grosso del­l'esercito aveva lascialo Nerola, dislocandosi sui monti vicini e occupando le fortezze naturali di Monte Calvario e Monte Germano. Ciò fu fatto perché si temeva da un momento all'altro una gigantesca offensiva nemica, che lo scontro di Monte Libretti faceva presagire. Il quartiere generale del Menotti si era trasfe­rito a Montorio Romano, lasciando a Nerola il maggiore Valentini con due com-
0 B. P.. Scaff. L 28, voi. ITI, n. 2; Giovanni Porta a P. Marrelli, Torre di Taglio, 17 ottobre 1867; BUONO, op. cit* p. 197.
?) B. P.. Scaff. L 28, voi. II, un. 84 e 96; G. De Sipio a P. Marrelli, Chieti, 14 e 16 ottobre 1867.
J) B. P., Scaff. L 28, voi. TI, n. 100; Arrico Amari a P. Marrelli, Lanciano, 16 ottobre 1867.
*) B. Pn Scaff. L 28, voi. HI. n. 1; Confidenziale del Comitato Centrale di Soc­corso per l'Insurrezione Romana o P. Marrelli, Firenze, 17 ottobre 1867.