Rassegna storica del Risorgimento
BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
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1972
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Pietro Marrelli
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pagnie allo scopo di eseguire un'operazione di rilievo. Aveva l'ordine di raggiungere al più presto gli altri. Ma all'ano di porsi in marcia per riunirsi alla colonna di Salomone, gli giunse un corriere con l'ordine di presidiare Nerola. La mattina del 18, verso le ore 10 si videro parecchie armi luccicare d'in sul monte di Nerola . Appartenevano ad un corpo di truppe papali di duemila elementi che si dirigeva verso il paese per attaccarlo. E. Valentin! allora fece subito occupare le migliori posizioni per la difesa, sperando nell'aiuto di Salo-mone. A lai fine inviò un corriere a Menotti per illustrargli la situazione. Ma Salomone, dietro ordine di quest'ultimo, non si mosse, e il distaccamento del Valentini rimase isolato e circondato dalle soverchiami forze nemiche. La difesa fu eroica, ma i molti casi di sbandamento, di resa e di fuga misero in evidenza gravi difetti nel corpo dei volontari. Nonostante la severa selezione operata in sede d'organizzazione, erano molti i giovani che, o per scarsa preparazione psicologica e militare, o per mancanza di attaccamento alla bandiera, furono presi da timor panico > e gettarono le armi al primo scontro. Inutile fu l'opera svolta instancabilmente dal Valenimi, che con l'esempio e con la voce si teneva sempre in prima fila per incitare alla difesa. Le truppe nemiche ebbero ben presto ragione della resistenza dei volontari. Due morti, sei feriti, gli altri furono rinchiusi a Castel S. Angelo: questo fu il bilancio dell' eroica ma inutile difesa.1
Il 20 ottobre Garibaldi, lasciato libero sotto sorveglianza, aveva abbandonato di nascosto Caprera per raggiungere Firenze e di lì passare subito nel campo dei volontari. Il 21 ebbe inizio in modeste proporzioni l'insurrezione romana, salutata dall'entusiasmo generale. Il Comitato fiorentino al riguardo si affrettò a diramare questo comunicato: Roma è insorta. I nostri fratelli si battono da due giorni; si battono anche per noi, malgrado il veto insolente del governo francese. L'abbandonarli sarebbe vergogna e rovina. Garibaldi trovasi già al campo di Menotti. Se il governo oscilla nell'adempimento del suo dovere, non può l'Italia sacrificare il proprio diritto. Voi comprendete la necessitò di un'agitazione che risolva prontamente la crisi attuale .2]
Il 23 dello slesso mese giungeva in Aquila Francesco Trìzio, inviato in missione segreta dal Comitato fiorentino con notizie urgenti di Garibaldi per Nico-tera, che operava nella zona tiburtina. Aveva le credenziali dello stesso Comitato e la disposizione di essere favorito in ogni movimento con assoluta precedenza e con tutti i mezzi necessari di sussistenza e di trasporto. Subito dopo il Marrelli poteva riferire a Firenze di aver con ogni mezzo a sua disposizione appoggiato la missione del Trizio, secondo le premure del Comitato, aggiungendo : Ieri con ansia indescrivibile, attcndevasi dietro l'avviso vostro, il generale Garibaldi, ma il bollettino di codesto Comitato datato il 23 corrente, ore 1 a. m. annunzia essere egli già sotto le mura di Roma per incoraggiare ed aiutare la rivoluzione che trionfa .3'
Nel campo dei volontari, dopo una penosissima marcia di tre giorni , Menotti aveva fissato il quartiere generale a Scandriglia. Qui si riunirono agli altri circa mille volontari tra modenesi, toscani e lombardi con tre cannoncini.
0 Cfr. B. P., Scafi*. L 21, voi. Ili, im. 13 e 30; L'AmUemino del 23 ottobre, anno II, n. 77.
2) B. P Scafi*. L 28. Voi. Ili, n. 30; il Comitato Centrale di Soccorso per linear, rczione Romane: Comuni roto. Cfr, anche F. B A irrora NI, op. r.it.
3) B. P., Scafi*. L 28, voi. Ili, n. 25; P. Marrelli al Comitato Centrale dì Soccorso per l'Insurrezione Romana, Aquila, 25 ottobre 1867: è una minuta del Marrelli.