Rassegna storica del Risorgimento
BATTAGLIA DI MENTANA 1867; MARRELLI PIETRO
anno
<
1972
>
pagina
<
80
>
80
Seatilio Antonio Falasco
stava spingendo le cose verso un altro Aspromonte in proporzioni gigantesche . " Il proclama regio inferse un duro colpo soprattutto al morale dei volontari. Si agiva in un clima di estrema incertezza e di timori, tra i sospetti di un intervento ostile delle forze governative e la paventata aggressione francese. Lo stato d'animo si rispecchia nelle relazioni che il Malici e lo Seenna inviavano al Marre! I i dal campo dei garibaldini. Se come pare le truppe regolari passeranno il confine prima che noi giungiamo a Roma scriveva il Mal-tei io sono deciso a ritirarmi e non prender più parte all'azione. Cosa infatti gioverebbe esporre la propria pelle per giuocare una commedia e far trionfare un principio che non è il mio? . Lo Seenne d'altra parte riferiva che circolavano voci di un imminente attacco francese; che le truppe italiane avevano varcato il confine per sbarrare il passo ai garibaldini: che la questione romana sarebbe stata risolta da un congresso europeo. Addio buone fatiche nostre , concludeva lo stesso.2) Francesco Rossi sempre dal campo dei volontari manifestava al nostro patriota il timore che si potesse sparare sul povero redentore d'Italia , e si diceva convinto che col ministero Menabrea ci fosse poco a sperare, molto meno col Re, mentre con la Francia: povera Italia!! .3)
Garibaldi, non conoscendo sino a qual punto l'atteggiamento governativo volesse colpire l'opera dei volontari e non nascondendo la speranza che le truppe regie finissero prima o poi per sostenere l'impreso, redasse un ordine del giorno. In esso si invitavano i volontari ad accogliere fraternamente i soldati italiani e ad aiutarli a cacciare gli stranieri dal territorio pontificio. Se però patti infami, continuazione della vigliacca convenzione del settembre si affermava nell'ordine del giorno spingessero il gesuitismo di una sudicia con-soneria a farci mettere giù le armi in ubbidienza agli ordini del 2 dicembre, allora ricorderò al mondo che qui io solo Generale Romano con pieni poteri, dal solo governo legale della repubblica romana eletto con suffragio universale ho il diritto di mantenermi armato su questo territorio di mia giurisdizione. L'ordine del giorno garibaldino fu trascritto dal Mattei al Marrelli, con raggiunta di queste parole: È una commedia? È un nuovo Aspromonte?.4'
L'interpretazione che si dava alla politica governativa era in linea di massima negativa ai fini della buona riuscita dell'impresa. Però nelle file dei garibaldini e tra gli organizzatori non pochi erano quelli che si ritenevano in grado di desumere dall'azione del Governo un serrato gioco di sottintesi favorevoli al movimento romano. A conferma di quest'ultima congettura si ponevano l'amichevole accoglienza e le parole di elogio che gli ufficiali italiani riservarono alla scorta dei volontari, che si recò a Passo Corese per lo scambio dei prigionieri con le truppe papali. Con questa segreta speranza si prese la decisione di puntare su Roma al più presto, e si scelse la notte del 29 ottobre. Infatti alla prima luce del 30 il corpo dei volontari operante nel settore di Monterotondo, forte di 2S00 elementi, si mise in marcia olla volta della Capitale, dirigendosi verso Ca-
) B. P., Scafi". L 28, voi. HI. nn. 74, 78, 86.
2) B. P Scafi. L 28, voi. IU, n. 84; V. Seenna a P. Marrelli, 31 ottobre, cit. Per la conoscenza più approfondita dell'atteggiamento governativo dir, F. BAIITOCCINI, op. citn p. 498 sg.
3) B. P., Scali. <L 28, voi. IH, n. 80; Francesco Rosai a P. MarreUi, Temi, 31 ottobre 1867.
4) B. P Scali. L 28, voi, IIL n. 90; 0. Maturi a P. MarreUi Monterotondo, 1 novembre 1867.