Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO FIORONI DI LEGNAGO
anno <1972>   pagina <94>
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94: Adriana Sbampato Arcangeli
ficaio di amore e di ammonimento. Tali sentimenti si accentuano a mano a mano che si visitano le sale, in quanto queste hanno sempre costituito l'abitazione della Fondatrice: da esse emana una particolare atmosfera di familiarità, di consue­tudine di vitalità che. a mio parere, fanno di questo, un museo diverso dagli altri.
Nelle sale del piano terra sono disposte armi preistoriche, armi bianche e da fuoco, tra cui alcune baionette del periodo risorgimentale, tutte disposte in ordine cronologico.
Alle pareti di uno dei due salotti, che occupano la maggior parte del piano, sono appesi dipinti, stampe, disegni e fotografie riguardanti Legnago nel secolo scoreo. Nel secondo, arredato invece con mobili del '700 veneziano, si trovano ritratti di alcuni fra i più illustri uomini legnaglieli come: Giovanni Cotta* poeta; Antonio Saliera, musicista; G. Battista Cavalcasela, storico dell'arte.
Oltre lo scalone che porla al piano superiore, c'è un'ampia sala che con­tiene i ricordi di viaggi ed i trofei di caccia grossa appartenenti tutti alla fami* glia Fioroni. Interessanti, anche se non dal punto di vista storico, sono le varie armi abissine e somale. Si passa quindi al pruno piano entrando direttamente in un salotto, detto Sala della moda '800 , con stampe, ventagli., ombrellini ed oggetti d'ornamento dell'epoca che lo rendono veramente caratteristico.
Tutta la parte del piano, alla sinistra di questo salotto, è dedicata al Risorgimento.
Nella sala di passaggio sono disposte teche che custodiscono raccolte di avviai e di proclami. Tra questi mi sembrano notevoli: il proclama di Francesco IV di Modena ai cittadini, subito dopo la cattura di Ciro Menotti nel febbraio 1831, e la sentenza di condanna alla pena di morte infame sulla forca del martire carpigiano. Ad una parete sono appese una Carta postale ed itineraria d'Italia dedicata all'Imperatore Ferdinando I dal devotissimo e fedelissimo sud' dito Antonio Federico Botte, Consigliere e Direttore delle Poste Venete, ed una Carta militare per servire alla Storia d'Italia di Carlo Botta (1796-1797). Alla parete opposta ci sono, in ordine cronologico, Bollettini della prima guerra d'In dipendenza, fra cui quello straordinario sulla vittoria di Goito e la presa di Peschiera.
Di particolare interesse è il diario autografo di Vittorio Merighi, in quanto runico volume di cui si sa l'esistenza è appunto custodito in questo museo. Il prof. Bartolini di Verona ha compiuto numerose ricerche per poter completare l'opera che, si immagina, avrebbe dovuto essere costituita da tre o quattro volumi, ma per ora non ne è stato rinvenuto alcun altro.
Una delle sale adiacenti è completamente arredata in stile Impero perché vi sono raccolte stampe e cimeli del periodo napoleonico, fra i quali attira la attenzione un volume sulla Campagna del Generale Buonaparte in Italia negli anni IV e V della Repubblica scritta da un uffizial Generale Genova 1798.
Si entra poi in un salone alle cui pareti è appesa la serie di incisioni del Grimaldi sulla prima guerra di indipendenza e sulla campagna dell'esercito piemontese nel 1848 con didascalie esplicative. Ci sono inoltre nei incisioni po­licrome particolareggiate di tutti gli attacchi ed i ritratti dei comandanti le truppe nella battaglia di Costosa del 25 luglio 1848; nelle teche: timbro del Governo provvisorio di Milano del 1848, caricature, cimeli, medaglie e decora* zioni militari. Sempre sullo sfondo di un arredamento ottocentesco, continua, nella stanza accanto, Ut serie di stampe delle guerre dal 1859 al 1870, di coi molte a colori.