Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO FIORONI DI LEGNAGO
anno <1972>   pagina <100>
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Libri e periodici
Non ci riintino che poco spazio da dedicare all'altro aggio di Vittorio Frosini -unpreso in questo suo libro, e di mi ci siamo proposti di. parlare in questa sede, e cioè di Miti e storia nel teatro di Verga. Dopo avere trattato delle caratteristiche del teatro verghiano, e sopratrotto delle pièces più note come Cavalleria. La lupa, eie., m cui appaiono trasfusi e resi accessibili al gusto moderno la mitologia e la simbo­logia della tragedia greca, Frosini si ferma ad esaminare il dramma verghiano Dal tuo al mio, che gli sembra uno dei pochi drammi ispirati ad una rigorosa concezione marxiana, che abbia nonché il teatro italiano, il teatro europeo . É questo del Verga il dramma dell alienazione ma che nello stesso tempo offre una rappresentazione in termini emblematici, della crisi della società siciliana nel trapasso del secolo .
ENZO SCIACCA
Stato e Amministrazione, fascicolo speciale di Quaderni storici; Ancona, settembre-dicem­bre 1971, man. 18, pp. 599-1067. L. 2.500.
Questo fascicolo speciale dei Quaderni Storici, la rivista diretta con serietà ed intelligenza da quell'infaticabile studioso ed organizzatore di studi che è Alberto Caracciolo, si rivela di notevole interesse per l'oggetto particolare al quale è dedi­cato. Troppo noto è, infatti, il ritardo con cui in Italia si è cominciato a discutere e ad affrontare il complesso tema dello Stato liberale e dell'organizzazione amministra­tiva che lo caratterizzava, per non sottolineare l'importanza di un contributo dedicato essenzialmente a questo problema. Che, infatti, l'organica del fascicolo riflette abba­stanza chiaramente lo sforzo dei suoi vari autori di fornire una serie di strumenti, rappresentati dai diversi saggi nei quali è strutturalo, che contribuiscano se non a colmare le troppo numerose lacune delle nostre conoscenze storiografiche, certo al­meno ad alimentare il dibattito in corso intorno al potere nella sua dimensione isti­tuzionale ed organizzativa, esercitato spesso in una sorta di simbiosi tra classe poli­tica e burocrazia, come bene hanno sottolineato Caracciolo e Cassese nello scritto in­troduttivo.
Ed è proprio allo scopo di mettere in luce la profonda differenza dello svi­luppo e del livello degli studi italiani in questo settore con quelli condotti all'estero, e, quindi per offrire, sia pure in via indiretta, una serie di strumenti per conoscere le vicende della pubblica amministrazione in Francia, Inghilterra e Germania, che sono raccolti i cospicui contributi del Legendre, del Pania e dello Henning. È chiaro che di questi studi sulle esperienze straniere quello che può più immediatamente interessare il lettore italiano è il saggio del Legendre sulla storiografìa amministrativa francese e non solo per l'evidente ragione della affinità nello sviluppo del sistema ita­liano derivato, come è noto, da quello della nazione latina d'oltr'Alpe, ma anche per­ché quella storiografia, con la consueta chiarezza ed organicità, ancorché estrema­mente sensibile alla complessità del fatto storico-istituzionale valutato, come è oggi logico, nelle sue molteplici implicanze, ha spiegato le ragioni politiche e sociali che banno giustificato la scelta di quél sistema e, soprattutto, la sua permanenza caratte­rizzante J'ordinameniii della Repubblica francese. Per questo, forse, sottolineando meglio le ragioni che hanno condizionato più che la scelta del modello francese, il suo mantenimento in età liberale, non sarebbe stata inopportuna un'indagine sulla cultura amministraiivistica e sulla teoria dello Stato nell'Italia post risorgimentale per verificare le motivazioni culturali e dottrinali della perdurante adesione al tipo di ordinamento poeto in essere dalle leggi di unificazione amministrativa del periodo 185945. Questa adesione era hi di nature politica e sociale, riflettendosi in essa oltre che la consapevolezza della borghesia liberale che aveva croato lo Stato unitario di essere numericamente limitala quindi incapace a garantirsi il controllo di un. si­stema decentrato, anche il timore di gruppi conservatori di sperimentare novità isti­tuzionali su un ordinamento nato da troppo poco tempo; ero, però, anche fondala sulla coscienza, diffusa nella scienza giuridica, della migliore organicità e della mas-