Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO FIORONI DI LEGNAGO
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1972
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pagina
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Libri e periadici
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JACQUES GODRCHOT, Les Revolution de 1848. Textes de Karl Marx, Proudhon, Blanqui, Princesse de Belgiojoso; Parigi, Editions Albin Michel, 1971, in 8", pp. 502. S.p.
Se il 1848 può ormai vantare ricchi studi e fornire una vasta bibliografìa (come quella annessa molto opportunamente allo stesso volume per cura di G. Walter), non per tanto il volume di J. Godechot rappresenta una rievocazione panoramica in molte parti originale degna di un attento esame. Esso porta un valido contributo perciò alla migliore conoscenza di quella primavera dei popoli purtroppo fallita per gran parte delle loro aspirazioni mentre doveva essere una rivoluzione, secondo Fautore, che avrebbe dovuto superare nelle mete, quella dell'89 e non soltanto completarla.
Il G. parte da un'esposizione ed un esame critico delle rivoluzioni antecedenti da quelle del 20-21, 30-32 nei vari Stati europei (non trascurando di illustrare l'evoluzione demografica, economica, sociale dal 1814 al 1848) premesse a quella ohe scop* pierà in tutta Europa nel fortunoso '48: una rivoluzione che pareva dovesse risolvere le aspirazioni nazionali e sociali. Le sollevazioni che il G. prende in esame si riferi* scono alla Germania, all'Austria, all'Ungheria, alla Polonia, al Belgio, all'Olanda, al l'Italia e alla Francia, nelle alterne vicende militari e ideologiche. All'ultima, cioè alla Francia, i popoli memori di quella dell'89 guardavano con speciali speranze mentre proprio dalla Francia i popoli verranno poi trascinati nella reazione all'indomani del fallimento. Il movimento rivoluzionario va diviso quindi secondo il G. in due elementi fondamentali: da una parte la ripresa delle aspirazioni dell'89, dall'altra i tentativi di realizzare le tre nascenti ideologie: il nazionalismo, il socialismo, il comunismo. Dapprima il movimento riunisce la borghesia, il contadino e l'operaio con istanze comuni a rutti tre: la richiesta di trasformazioni politiche; divergenti, gli obbiettivi sociali: abolizione della censura, suffragio maschile, liberazione della terra da servitù feudali vuole la borghesia; la organizazzione del lavoro gli operai, i quali in sostanza però si disinteressano della classe contadina che aspirava all'abolì* zione della servito, ma non -rinunciava alla proprietà. Cosicché tali divergenze non potevano rafforzare il movimento quaranttottesco : gli operai insorti venivano quali* ficati come rouges e partageux e il movimento inesorabilmente si avviava alla reazione. In un'analisi di bilancio che il Godechot pone a conclusione del suo lavoro dopo essersi chiesto se vi siano mai state rivoluzioni senza reazioni, completa le cause del fallimento addebitandolo anche ad altri fattori comuni a quasi tutti gli stati in rivolta : mancanza di realismo nei capi, assenza di unità tra le forze rivoluzionarie, la vicendevole diffidenza tra gli Stati, la debolezza delle riforme sociali, il risveglio del municipalismo. Per Marx e Engels, 'fuggiti in Inghilterra, e appoggiati da una minoranza di operai (erano in minoranza anche le industrie) la reazione costituirà un pesante insegnamento ; ma l'ideologia assumerà più tardi (nella Gommane di Parigi del '70 in quelle russe del 1905 e 17) un nuovo ciclo rivoluzionario. Comunque non tutto, come riafferma il G., andò perduto in quel fallimento: il suffragio (maschile), fu mantenuto, fu abolito per le colonie francesi la schiavitù, fu sconfitto il regime feudale delle terre, gli operai ottennero una limitazione delle ore di lavoro.
Per JItalia particolarmente lo slancio del '48 non resterà infruttuoso: dieci anni dopo, l'unità italiana sarà quasi del tutto raggiunta. Annesse al volume oltre la citata bibliografia appaiono scritti di Prondhon sulla rivoluzione di Parigi, della nostra Cristina di Belgiojoso su quella di Milano, su quella di Vienna di Carlo Marx, oltre La lecon de la revolution de 1848 di Augusto Blanqui- sono varii punti di vista dai quali il G. non ha mancato di trarre Qualche conclusione nel testo, ma che qui sarebbe troppo lungo esaminare.
Ci limiteremo a intrattenerci brevemente su quello della Belgiojoso per un omaggio alla memoria di questa ardimentosa combattente, nel primo centenario della sua morte, rilevando come essa abbia potuto interessare il pubblico parigino