Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO FIORONI DI LEGNAGO
anno <1972>   pagina <109>
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Libri e periodici 109
Porta Pia) che sempre più frequentemente sfuggono persino alle testate maggiori della stampa nazionale e cadono dalla memoria; alcuni paradossi risorgimentali inquie­tanti interrogativi sorgenti dall'esame ravvicinato di una superficie che da lontano può parere e per lo più appare omogenea ed uniforme; ed infine le contraddizioni dell'Unità: un meditato confronto con quell'autocritica del Risorgimento che dai protagonisti della lotta nazionale. Attraverso le generazioni, consegna al tempo nostro la coscienza del Risorgimento: senza enfasi ( è appunto un tìtolo spadoliniano), ma anche senza frettolose* non motivate abdicazioni. Un indice ragionato delle no* vantasei illustrazioni che rendono più prezioso il volume e che costituiscono una conferma della sicurezza del gusto di Spadolini completa l'opera cui fa da pre­messa la bonaria caricatura di Casimiro Xeja che ritrae Garibaldi, Vittorio Emanuele e Pio IX a braccetto, di spalle, quasi riconciliati sullo sfondo dei passati contrasti e dei dissensi tutt'altro che sanati , ma già inseriti nello spirito del Tevere pia largo . Il volume (che non può essere qui riassunto, e per ìa sua natura miscellanea e per la molteplicità dei giudizi singoli sui quali varrebbe il caso di soffermarsi) con sente di allargare il discorso all'interpretazione spadoliniana del Risorgimento. L'Au­tore definisce questo suo Autunno esame di coscienza... prima ancora che libro di Storia... libro riassuntivo ed emblematico di tutta una vita (pp. XIH-XV). E di fatto esso mostra pieno il travaglio che ne ha accompagnato la complessa genesi: non affastellamento di frammenti dispersi in vari momenti su diversi periodici, ma instancabile meditazione, continuamente -rivelatrice di nuovi interrogativi e di nuove risposte, di più ricche e profonde suggestioni. Ed ancora Spadolini, nella nota biblio­grafica conclusiva (in cui traccia una sorta di contributo alla storia della propria sto­riografia), a sottolineare la posizione militante che ne caratterizza l'opera e l'attività, scrive: Bilancio storiografico, ma anche un po' scavo in se stessi, ripensamento di tanti motivi di interpretazione storica e di giudizio politico. Ricerca dell'Italia che nasce, ma anche un po' tentativo di cogliere le radici di una crisi, la crisi degli ideali risorgimentali che è in noi e intorno a noi, che caratterizza le tensioni e le revisioni e le stesse negazioni dell'Italia degli anni settanta (p. 480). Di qui, dunque, l'im­pressione di autunno, di tramonto? Ma come non osservare, in tal caso, che questo è H primo autunno, il primo tramonto in cui l'occhio non va ai colori del sole morente, ai gialli intensi, ai rossi dell'orizzonte? Fuor di metafora, Spadolini non concede alla storiografia risorgimentale d'ispirazione marxista l'attenzione che dedica ai filoni democratici e liberali nazionali: e proprio perciò ci pare di poter osservare, la diversa luce, il diverso colore che da quella proviene sugli oggetti da questi indagati possono aver ingenerato quell'impressione di crepuscolo e di tramonto, che potrà divenire fitta tenebra proprio se non verranno commisurate, confrontate, meglio schermate ed amalgamate le luci vecchie con quelle nuove. Gioverà, infine ed a tal proposito, chiedere appunto che Spadolini stesso voglia sviluppare la traccia già con­tenuta in queste pagine; Chi ha partecipato ai lavori degli ultimi congressi o con­vegni storici egli vi scrive ha avuto la sensazione che un nuovo volto del Risor­gimento si delinei: egualmente lontano dalla tradizione celebrativa, come dalla, pole­mica ideologica. Gradualmente, lentamente, il Risorgimento viene a coincidere, "sic et rinipliciier". con la storili dell'Italia contemporanea: superando gli antichi quesiti, i dubbi stille date d'inizio e dì fine che tanto crucciarono il Carducci. In questo senso w Risorgimento " è una categoria, che può comprendere i riformatori del Settecento come la politica di Ci olitili. Il suo Unico limite è' rappresentato dalla coscienza del­l'Italia come Nazione e come Stato (p. 472). È un limite, quello, che può consentire incontri e confronti sempre più ampi : anche perché il processo di maturazione della coscienza di sé negli Italiani molto commino devo ancora compiere. Ed e anche SI modo vero dì essere dopo Croce e (come diversamente?) dopo Gramsci.
ALDO ALESSANDRO MOLA