Rassegna storica del Risorgimento

PRALORMO, CARLO GIUSEPPE BERAUDO DI ; MILANO ; GUERRA 1848-1849
anno <1920>   pagina <30>
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A. PONZA. DI S. MARTINO
guerra poterono beneficiare tutti della salvaguardia del titolo di de­mooratici.
I democratici si raggruppavano al grido di Viva la costituente/ , una di quelle parole ohe il Fogazzaro chiamò pneumatiche senza senso o con molti sensi, due qualità-che spesso-si equivalgono.
Si gridava Viva la eostitumtel come poc'anzi si era gridato Viva Pio IX! e Viva la oosUtimom!'così, perchè lo gridavano gli altri; e perchè era anche un mezzo di assicurarsi la patente di civismo.
Quanto a ciò che la costituente avrebbe dovuto costituire, nessuno sarebbe stato in grado di dirlo.
Si voleva una convenzione unitaria, una dieta federale o sempli-1 cernente un'assemblea eletta da ogni Stato, per elaborare una parti­colare convenzione per ciascuno I
Nulla di tutto ciò o meglio un poco di tutto ciò ; e l'ambiguità della cosa favoriva in singoiar modo i mestatori (1).
l'atto si è che auspice il Gioberti, al grido di Viva la costituente] il Ministero Alfieri-Pinelli venne sconfitto e poco dopo la Camera fu disciolta. H partito democratico si diede allora ad organizzare le ele­zióni, m modo da ottenere una forte maggioranza, col presentare agli elettori i propri membri unicamente come seguaci del Gioberti, il quale veniva chiamato alla Presidenza del Consiglio.
Era l'epoca in cui si andava operando nell'animo del Gioberti quell'evoluzione di pensiero per la quale, abbandonata l'idea federa­tiva che aveva dimostrato la sua scarsa praticità negli avvenimenti dal '20 al '48, egli si accostava al concetto unitario sulla base dell'an­nessione al Piemonte dei vàri Stati italiani, evoluzione che trovò la sua espressione definitiva nel Binnovamento civile degli italiani pubbli­cato due anni più tardi.
Dato mi simile atteggiamento di spirito, data la profonda onestà politica dell'uomo, si comprende come non dovesse essere di lunga du­rata il suo accordo col partito ohe lo aveva innalzato al potere.
Due mesi dopo, infatti, anche il Gioberti era relegato nel limbo dei codini dove lo avevano preceduto e Balbo e d'Azeglio, ossia i padri dell' '89 della misurata rivoluzione piemontese.
La responsabilità del potere gli aveva aperto gli occhi sui pericoli inerenti al programma di guerra a fondo contro l'Austria, ohe pure era
(1) GBODPBOT, 8ix moia d'agitationa rfoaluHonnairoa cn Italie, nella Be­vilo dee Itwx Mondea, avril '49.