Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO FIORONI DI LEGNAGO
anno
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1972
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pagina
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117
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Libri e periodici 117
tato, gli aveva fatto intuire come avrebbe potuto trasformarsi una guerra nel futuro. Quelle due armi, destinate a divenire le protagoniste delle battaglie, avrebbero scom-bussolato i metodi tattici e strategici e ridato movimento e fluidità agli scontri armari.
Egli era contrario alla distrazione totale del nemico e favorevole al colpo mar] tale e decisivo, inferto con rapidità nel tallone di Achille dell'avversario. A ciò potevano servire validissimamente i. reparti corazzati e l'aviazione, sfruttando la loro estrema mobilità. Per avvantaggiarsene appieno non solo bisognava rendere autonome le forze meccanizzate, ma anche mutare radicalmente i sistemi di impiego. Esse avrebbero potuto penetrare con celerità per largo tratto nel territorio nemico, tagliare le arterie di rifornimento, prostrare il morale dell'esercito, rendere inevitabile il crollo della prima linea, tanto che un generale veramente capace potrebbe vincere una campagna senza combattere neppure una battaglia . A parte un simile caso limite, che egli stesso defini ideale e che purtroppo ha ogni probabilità di rimanere tale come il progetto di rifornimento di benzina a spese del nemico, bisogna convenire che la realtà dei fatti gli ha dato sostanzialmente ragione. Ne abbiamo due esempi nei più recenti conflitti: la guerra dei sei giorni arabo-israeliana e quella di quattordici indo-pachistana. Anche il terzo, quello vietnamita, testimonia a favore dì Liddell Hart, o meglio a favore delle sue recriminazioni sulla sordità anglosassone alle nuove teorie belliche.
Coloro che lo ascoltarono di più e che trassero profitto dai suoi insegnamenti furono i Tedeschi, proprio i nemici. Il rammarico di aver giovato non al proprio paese, ma agli avversari si mutò in ansia quando, verso il 1939, apparve inevitabile lo scontro armato. Le pagine si fanno febbrili, interrotte da frequenti trascrizioni integrali del diario che gli serviva come fonte.
I suoi estremi tentativi per aprire gli occhi a chi poteva ancora correre ai ripari non servirono a nulla, se non a chiudergli, ad una ad una, tutte le porte, persino quelle del giornale. Cosi rimase solo con il dramma di aver previsto il modo per evitare il disastro che si stava abbattendo sull'Inghilterra.
II libro si può dire particolarmente rivolto allo studioso di argomenti militari .perché, come si è detto, l'autore, mentre narra le vicende della vita, va esponendo le sue indagini, i suoi studi, le sue idee, le sue teorie, cosi da trasformare la biografia in ma trattato di arte militare, dove la materia non è esposta secondo un ordine logico, ma secondo il nascere e l'evolversi nella sua mente. Questa è la parte più acuta e più interessante del volume, poiché liddell Hart rivela una profonda sensibilità per i problemi militari. L'argomento importa naturalmente anche allo storico, il quale, oltre al fondamentale, vi troverà altri motivi di attrattiva, quali notizie su avvenimenti o 6U personaggi di primo piano dell'ultimo cinquantennio. Spesso incontrerà una breve valutazione, la quale, pur non essendo sempre imparziale e obiettiva, non è trascurabile, dato che di abitudine coglie un aspetto non ufficiale o convenzionale.
Il profano può scoprire nella lettura del libro un passatempo gradevole poiché la gravità dello studio scientifico è alleggerita dal tono aneddotico, proprio degli scrittori di storia stranieri, ciò che, pur non guastando il rigore delle informazioni, li rende più divulgativi dei nostri.
Il volume è chiuso dall'elenco degli scritti di Liddell Hart con le relative edizioni e dall'indice dei nomi citati.
ELENA LARSÌMONT PERCA MENI