Rassegna storica del Risorgimento

PRALORMO, CARLO GIUSEPPE BERAUDO DI ; MILANO ; GUERRA 1848-1849
anno <1920>   pagina <34>
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A. PONZA Di: Si MAATTMQ
quale ministro senza portafogli, fu. artàlkio ingenuo cne-non ingannò alcuno.
Il porre a contatto elementi cosi eterogenei come i componenti del Ministero e della Camera, nella speranza di provocare quella fusione delle forze vive del Paese, che pure era necessita imprescindibile del momento, fu vana illusione ; vi era piuttosto da aspettarsi un'esplo­sione, e questa si'verificò difatti al primo incontro, durante la memo­rabile seduta del 27 marzo, cominciata coll'ostruziomsmo.- -insultante fatto al Pr mo ministro dal Presidente della Camera, e terminata con l'approvazione di una serie; di ordini del giorno che suonavano diffi­denza offensiva verso iì Sovrano ed il suo Governo (1).
La rivolta di Genova venne a complicare ancora la situazione, la quale in breve si ridusse a tal punto che l'unico mezzo per assicurare il funzionamento del Governo secondo gli intendimenti del Ite si dimo> strò quello di sciogliere la Camera ed appellarsi al Paese. Senonchè, mentre si provvide subito al decreto di scioglimento, non venne fissata contemporaneamente la data delle elezioni generali ; il caefù grave er- . rore, perchè, così tacendo, si veniva senza necessità alcuna, a dar corpo ai sospetti di coloro che accusavano il Sovrano ed i suoi ministri di mire anticostituzionali. '
In realtà non risulta da alcun documento ohe Vittorio Emanuele tali mire abbia mai accarezzato, e nemmeno che alcuno abbia mai pen­sato a consigliarlo in tale senso (2). Caule così l'elogio fatto dal Monta­nelli alla democrazia piemontese, nella quale egli vede la potenza ohe scongiurò il pericolo della tacita abolizione détto Statuto} con un'agi­tazione legale che rimarrà una delle jsM Ideile, pagine della nostra rivoluzione.
Comunque sia, ottenuta la necessaria libertà d'azione, il Ministero rivolse subito le proprie cure e la propria attività alle questioni pia urgenti, e mentre Pinelli e Della. Uocca provvedevano a ricondurre Cordine e la ealma a Genova, De Launay, nella sua doppia" qualità di Presidente del Consiglio e di Ministro degli esteri avocava a sé lepra-
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'(*)' Gfrvour, ohe conobbe il Ro meglio di qualsiasi altro, potè dire di lui, più tardi, in una lotterà al Cerio : Cresce il suo liberalismo in ragionerei pe­ncolo olio corrà là libertà .
Vedansi anche le belle considerazioni in proposito del THATEE (The Ufe and timo of Ouvour, I* 113} cittadino americano, e quindi non sospettabile di idee retrive e dì parzialità cortigiana.