Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918
anno <1972>   pagina <186>
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Raffaele Molinelli
H secondo lo rintracciamo in un discorso di Luigi Federzoni che, nel clima elettorale del 1919, tanto infuocato anche per le polemiche postume sul problema della neutralità e dell'intervento, non poteva esimersi dal rispondere a quelle accuse.
Il deputato del primo collegio di Roma, uno dei leaders più prestigiosi del movimento nazionalista, giustificava le posizioni iniziali dell'Associa zione Nazionalista Italiana di fronte al problema dell'intervento come det­tate da rana considerazione realistica e responsabile degli interessi nazionali italiani di fronte all'immane conflitto.
Per Fedcrzoni Fazione nazionalista si era fondata sulla convinzione, ovvia per il nazionalismo, che l'Italia doveva provvedere, anzitutto, a se stessa e che pertanto né la neutralità già deliberata, né l'immancabile in­tervento avrebbero dovuto costituire un omaggio obbligatorio e gratuito del nostro paese a quella che i nostri democratici di tutti i colori definivano la causa suprema della .civiltà e del diritto , naturalmente incarnati per grazia di Dio , si capiva bene, nella Francia democratica e nella libe­rale Inghilterra . Poste queste premesse, cariche, come si vede, di ironia antidemocratica, il deputato nazionalista passava a definire come leggenda partigiana, assurda e calunniosa, creata dalla malafede dei democratici ri­nunciatari (che ora lottavano con tutto il fervore delle loro anime evan­geliche alla rinnegazione dei fini italiani della guerra ), quella voce, detta e ripetuta, che i nazionalisti, in un primo momento avrebbero voluto che letali a fosse intervenuta a fianco dei suoi vecchi alleati, dell'Austria e della Germania.
La posizione assunta da Federzoni nel discorso del 1919, quella cioè di raccogliere l'accusa e di rigettarla sdegnosamente, era stata anche quella che, qualche rarissima volta, la stampa nazionalista era etata costretta ad assumere nel corso della guerra, quando, presa di petto da qualche 'grande giornale nazionale, aveva dovuto rispondere alle accuse di voltafaccia nella questione dell'intervento. L'Idea nazionale cosi scriveva, infatti, nel 1916: Proseguiamo la via che ci fu segnata agli inizi. Se taluno ha osato parlare di mutamenti , o favola più gioconda, di > voltafaccia , non sa, o non ha compreso, o non ha voluto comprendere. Non ha voluto compren-dere chi ha preteso contrapporre al nostro atteggiamento per la guerra al­l'Austria una asserita nostra antecedente preoccupazione triplicista, quando prima e dopo lo scoppio della conflagrazione europea noi non ci proponemmo che nella affermata necessità dell'intervento italiano una valutazione realista e spregiudicala degli interessi nazionali .2)
i) Dui discorso tentilo a Rema ITI novembre 1919, por l'apertura della campagna elettorale per la XXV legislatura, in L. FEDEHZONI, Presagi alfa nazione, Milano, 1924. pp. 144-145.
2) Videa nazionale* 22 febbraio 1916, art. *I nostri cadati .