Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918
anno
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1972
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pagina
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194
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194 Raffaela Molinelli
dentismo politicizzato, nazionalimperialista, che voleva l'annessione all'Italia, più che per ricongiungersi ai fratelli in una sola comunità civile e politica, per partecipare ai loro immancabili destini imperiali e offrire loro-Trieste, base di lancio dell'espansionismo italiano in Oriente.
Il libro voleva dimostrare come il vero irredentismo fosse quello nazionalimperìalista. Il vecchio irredentismo, diceva il giovane triestino, non sa immaginare le forme della sua vittoria e il lavoro per prepararla praticamente. Non è politico , Ma da qualche tempo, aggiungeva, l'irredentismo va cambiando natura [...] la politica si fa strada: l'irredentismo-sta per entrare sulla via del nazionalismo .
H libro combatteva, pure, per usare un'espressione di Alfredo Rocco. il pregiudizio economico che "collegava la fortuna di Trieste all'Austria 2' e affermava che la città giuliana. magari attraverso ad una crisi momentanea, che del resto -non manca mai dopo un grande mutamento politico . sarebbe restata un grande porlo . 3>
Infine Fauro, dopo aver rivolto compiaciuto lo sguardo alla rinascita, imperiale dell'Italia che la conclusa impresa di Libia faceva presagire, magnificava i destini imperlali di Trieste. Mentre tutti gli altri popoli diceva stanno esaurendo il loro contenuto ideale e si avviano alla disgregazione, l'Italia sta forse elaborando i nuovi principi che daranno il nome al secolo che ora si inizia e Trieste, città commerciale nel confine di tre popoli , potrà essere un emporio donde partiranno merci, uomini, idee dall'Italia; un centro dove si irradierà la nuova morale sul mondo , una porta, l'unica, dalla quale l'Italia partirà per le future conquiste verso-i Balcani e il Levante. Noi Triestini, proseguiva nel più ortodosso spirito nazionalista, senza appartenere all'Italia, non possiamo amare lo Stato e predicare il culto della guerra e della disciplina militare perché non abbiamo Stato ed esercito nostri; con l'Italia saremo veri uomini e i nostri figli marceranno su deserti e città popolose e pianteranno sul suolo straniero la nostra civiltà, il prodotto del nostro volere ; infatti, concludeva, sognare la libertà, mentre gli altri sognano l'impero è un'ironia che uccide e noi <r vogliamo conquistare: che importa delle giustizie nazionali o delle convenzioni intera azionali, o morali , noi gettiamo in faccia a tutti il nostro sogno d'un impero , vogliamo il nostro posto nella storia del mondo : l'Italia sia illuminatrice e dominatrice di popoli, se no, la inghiotta il mare .4)
0 K. FAURO, op. o/fc, pp. 24-, 26;
2) l'idea nazionale, 22 settembre 1915, art di A. Rocco In morte di Ruggero Fauro >.
3) R. Fatino, op. ciu, p. 192.
4) Ibidem, pp. 198, 208-211.