Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918
anno <1972>   pagina <200>
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Raffaele Molinelli
pitoso intervento contro l'Austria e brutalmente affermando la necessità di scegliere il più forte , che per i nazionalisti, è ovvio, non poteva essere che lo schieramento ove militava la Germania, rivelava abbastanza chiaramente le sue simpatie.
In Federzoni e Forges Davanzali, dunque, benché ci fossero perplessità, anche a causa della brutalità deìTultinialum austriaco, che aveva suscitato sdegno e riesumato sentimenti austrofobi nell'opinione pubblica italiana, vi era, però, una decisa opposizione a un'immediata guerra contro l'Austria. Essi con quest'atteggiamento credevano di dar prova di grande realismo politico e di essere immuni da SBrittmentalìsmi e preconcetti ideologici, con­tro i quali tanto blateravano, ma in realtà la loro visione politica era pro­prio appannata da prevenzioni ideologiche di marca autoritaria (simpatie per gli Imperi Centrali) e da preconcetti antirredentistici, derivanti dalla stessa matrice e dai loro sogni imperialistici sul Mediterraneo in mano alle potenze dell'Intesa.
Uno spregiudicato e spietato realismo politico, tante volte dichiarato e invocato dai nazionalisti, avrebbe dovuto, semmai, indurli proprio a vo­lere la guerra contro l'Austria, che stava minacciando, dirigendosi contro la Serbia, i nostri interèssi nell'Adriatico e nei Balcani.
Essi avevano mostrato abbastanza chiaramente verso quale delle due parti, che si stavano per affrontare nel conflitto, andassero le loro simpatie, ma siccome erano dei politici volevano lasciarsi aperte, giustamente, tutte le strade; e in questo, in questo soltanto, davano semmai prova di un certo realismo, che sarebbe stato, però, veramente completo e autentico soltanto se, nella rosa delle possibilità delle scelte, fosse stata contemplata anche quella della neutralità.
Maffeo Pantaleoni, invece, non era un politico e perciò il suo discorso fu meno controllato, più franco ed ingenuo.
Il noto economista era entrato, da poco tempo,l) nelle file nazionaliste per il suo spirito di uomo d'ordine, che gli faceva (riprovare aspramente secondo le sue parole, l'indisciplina e lo spirito di rivolta nell'ammini­strazione pubblica 7> e quello di odio e di bruta violenza tra gli operai, incompatibile con la pace sociale >v: solo i nazionalisti, egli riteneva, avreb­bero potuto te validamente opporsi a tutto ciò, cioè al frutto della dema­gogia disgregatrice della politica radico-socialista.2) Questi erano alcuni dei Connotati principali dell'uomo politico; si aggiunga a ciò, da un punto di vista semplicemente umano, un certo galantomismo, doli di schiettezza.
*) Si era iscritto uTA.N..J. dopo il congresso ili Milano del maggio 1914 (vedi
B, MOLUfEU.!, Op. CÌt., p 118).
2) L'Idea miziomilet 31 luglio ìl.