Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918
anno <1972>   pagina <201>
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Nazionalisti e intervento con gli Imperi centrali j .202
rafforzate dalla dimestichezza con severi studi scientifici, velleità di reali­smo, irruenza, intolleranza e temperamento da lottatore e si avranno le giustificazioni del discorso all'assemblea dei nazionalisti romani.
Il nome dell'oratore, la sua franchezza ed anche il contenuto del discorso, è ovvio, suscitarono l'approvazione entusiastica dell'assemblea: il resoconto de L'Idea nazionale riferiva che il discorso era stato più volte interrotto da applausi , che alla fine K tutti i presenti, in piedi avevano fatto a una grande ovazione all'oratore e he Federzoni l'aveva a nome di tutti ringraziato; il settimanale nazionalista, inoltre, dava, nella titolazione, un grande rilievo al discorso di Pantaleoni, un rilievo maggiore rispetto a quello di tutti gli altri interventi.
Pantaleoni dava inizio al suo discorso dicendo che avrebbe dovuto ripetere alcune fra le buone cose dette dall'on. Federzoni e da Roberto For-ges Davanzali , anche se forse con maggiore brutalità . Si scagliava, poi, violentemente contro i socialisti, neutralisti, affermando di ritenere intol­lerabile che essi potessero esercitare una influenza sulla stessa opinione pubblica e per essa sul Governo , mostrando così chiaramente la sua men­talità antidemocratica. Si sfogava in seguito contro i democratici in genere accusandoli aspramente per la loro opera di disgregazione statale o so­ciale , il costoso riformismo, la politica antimilitarista. L'esercizio delle ferrovie statali e il monopolio delle assicurazioni egli diceva ci sono costali ben più di un miliardo e duecento milioni spesi per la Libia, la quale rimborserà ad usura ciò che ci è costata e costerà ; n In Italia, se l'esercito non è -pronto, se i nostri apparecchi militari non sono perfetti lo dobbiamo pure alla politica dei radi co-socialisti . ?J
Dopo questi attacchi, tipici del suo atteggiamento antidemocratico, conservatore, liberista, di fustigatore degli sperperi riformistici dello Stato, ma anche miranti a colpire, pur se ciò non era dichiarato, gli oppositori della politica nazionalista del momento, cioè i neutralisti e gli austrofòbi o filointesisti, egli entrava nel vivo dell'argomento, che era quello della posizione che l'Italia doveva assumere di fronte aUHmminente conflitto.
L'Italia, egli diceva, non poteva restare neutrale ed aspettare che gli altri a si fossero 'bastonati a vicenda , assumendo la posizione dell'avvol­toio e della iena che attendono l'esito della lotta tra valorosi . Questa è la linea di condotta più disonorevole , commentava il galantuomo Pan­taleoni, e il realista politico aggiungeva: anche la più te dannosa fra tutte perché a non resterà nulla per noi , dato che ai vili e ai fedifraghi possono essere riservati solo illimitato disprezzo e un trattamento con-
ij Sull'ali'.u LIi;iin i 111 " di Punta-leoni net confronti della guerra in Libia vedi R. MOLINOLI, op. effe pi. 118*119.
2) L'Idea nazionale. 81 luglio 1914.