Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918
anno <1972>   pagina <202>
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202 Raffaele Molinelli
forme al disprezzo he inerita la gente che non si batte. Il vincitore proseguiva chiunque esso sia, a noi e cori ragioni presenterebbe il conto. Perché rispettare i nostri interessi nei Balcani se nell'ora del pericolo siamo stati alla finestra , se gli alleati abbiamo lasciato in asso nell'ora del cimento? .
Non si trattava, dunque, solo di intervenire nel conflitto, ma di inter­venire da una certa parte, quella degli Imperi Centrali, come le ultime parole facevano capire. Infatti, diceva Pantaleoni, benché bisognasse lasciare al governo ogni linea direttiva , tuttavia non poteva essere taciuta qualche considerazione suggerita dall'esame delle circostanze .
Le considerazioni giustificate con motivi di onore e anche con ima visione politica tipica del nostro nazionalismo, quella dell'espansione impe­rialistica verso il Mediterraneo, dominio delle potenze occidentali, erano queste: Non si vive, e le Nazioni meno che mai, di solo pane, ma anche di onore. Ora, noi abbiamo degli impegni, con altri paesi e questa devono essere mantenuti a qualunque costo . Inoltre, la Iibia, or ora conqui­stata non è un pruno negli occhi della Germania o dell'Austria, ina bensì di qualche altro. Vogliamo essere scacciati di lì ignominiosamente dopo essere stati alla finestra, qualora vincessero coloro che già cercarono facile gloria a spese nostre in più occasioni recentissime? .
Bisognava, perciò, schierarsi con coloro ai quali ci legavano l'onore e l'interesse , concludeva perentoriamente Pantaleoni, anche se mitigava la sua affermazione dicendo che avrebbe fatto atto di disciplina accet­tando ogni decisione che il governo avesse preso, così come anche il partito doveva fare. '''
Era, questa di Pantaleoni, una chiara dichiarazione a favore dell'en­trata in guerra dell'Italia a fianco dell'Austria e della Geminala. Era, sì, l'opinione di uno studioso, franco, ingenuo politicamente, di un galan­tuomo che metteva in prima linea le questioni d'onore ma essa rifletteva pure Lutti i motivi della posizione nazionalista in quel momento: la chiu­sura assoluta ai richiami sentimentali e politici dell'irredentismo, una poli­tica imperialistica volta al Mediterraneo dominato dalle potenze occidentali, la simpatia per Ja Germania e la necessità di restare nella Triplice Alleanza, il lealismo governativo che era (rispetto all'autorità costituita e, forse di più, ora, accettazione convinta della politica estera triplicista dello Stato ita­liano, l'avversione per i regimi democratici dell'Occidente e soprattutto por la Francia radicosoei alista , v l'odio per i socialisti o i gruppi della democrazia radicale, sociale e repubblicana.
t) Ibidem.
2) In Francia dicova Fatiudeonl, 11 * rndiocOBOcfalinno è riuscito o rovinare le