Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918
anno
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1972
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pagina
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204
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204 Raffaele Molinelli
che vada al di là di una neutralità armata, ma è certo che, in questo momento, ogni debolezza da parte nostra di fronte ad una eventuale provocazione sarebbe un principio di suicidio ed una diminuzione di dignità, che sconteremmo amaramente pòi in cospetto sia dei vincitori che dei vinti . ''
Più indeciso si rivelava, invece, Porgano dei nazionalisti veneti, Il Dovere nazionale. Ruggero Fauro, pur vedendo i vantaggi di una guerra contro l'Austria, vi affermava che una vittoria delle potenze occidentali sarebbe stata di grave danno agli interessi mediterranei dell'Italia e che perciò questa doveva, nel caso di una conflagrazione europea, <t od ogni costo essere solidale con l'alleata Germania con la quale non aveva con* trasti dì alcun genere. Quest'intervento a fianco della Germania, e, ovviamente, a fianco dell'Austria, non sarebbe stato pericoloso per l'Italia perché la Germania avrebbe, a guerra vinta, provveduto essa stessa a indebolire e smembrare l'Austria incorporandone le province tedesche.2)
Lo ecarso realismo di questa prospettiva, a parte la vittoria austrote-desca data come scontata, e per di più con il contributo decisivo dell'Italia, e rimpopolarità da parte italiana di un intervento di tal genere, appare evidente per l'impossibilità di -un'azione di tal fatta ad opera della Germania contro un'Austria vittoriosa e potente e anche, ammesso che l'evento avesse potuto verificarsi, per il credere che una Germania giunta a tali dimensioni imperialiste avesse potuto e voluto dividere con l'Italia la supremazia in Europa.
Venticinque anni più tardi, altri, come Fauro, si sarebbero cullati in tale illusione.
Più cauto si mostrava sullo stesso giornale Alfredo Rocco. Questi, dopo aver premesso che qualsiasi possibilità di espansione per l'Italia avrebbe avuto modo di realizzarsi solo a danno della Francia e dell'Austria e che i contrasti con quest'ultima erano certamente -minori , dichiarava, però, che la questione adriatica richiedeva una soluzione assai più urgente di quella mediterranea perché l'Austria si era rivelata una malaccorta depositaria del patrimonio prezioso di italianità a lei confidato e perché una vittoria della Triplice Alleanza avrebbe assicurato il predominio austriaco nei Balcani e compromesso o ritardato la realizzazione dei nostri interessi in Adriatico.
Il leader nazionalista, senza far discendere da queste affermazioni una deliberazione precisa, concludeva chiedendo la mobilitazione del paese:
>) Ibidem, 23 agosto 1914, n. 184, art. e La guerra è adoppiata. II dovere dell'Italia e degli Italiani . Nel inumerò del 34 agosto 1914 riportava per intero, per la sua < coraggio** sincerità , il discorso di Maffeo Panfaleonì all'assemblea del gruppo nazio-ode romano,
2) 12 Dovére nazionale, 1 agosto 1914, art. di H. Fauro < Italia e Germania nella crisi presente.