Rassegna storica del Risorgimento
GALDI MATTEO ANGELO; ITALIA NAPOLEONICA
anno
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1972
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Paolo Frasconi
unitarie dei nostri giacobini,1) l'effettiva estensione di una rivoluzione democratica all'Italia meridionale.z)
A questi principi è ispirata la dissertazione presentata da Caldi al Con' corso indetto il 27 settembre 1796 dall'Amministrazione Generale della Lombardia. In questo scritto la descrizione della situazione politica italiana, ottimisticamente trasfigurata dalla speranza di veder presto attuato, con l'aiuto delle armi francesi, il progetto di una grande repubblica italiana, non è disgiunto dalle critiche a quei francesi e a quegli italiani che non ritengono possibile l'attuazione di un disegno unitario, mentre l'invito ai quinqueviri illustri della Senna a fare la repubblica d'Italia , 3> è preceduto da un'esortazione rivolta agli italiani perché ricordino che la libertà non viene dal cielo co* voti come discende la rugiada mattutina, ma che bisogna aver pieno il cuore del suo sacro fuoco per stabilirla co' fatti, per dichiararla in faccia a tutti i popoli liberi, e a dispetto di tutte le opposizioni, di tutti gli infami tergiversivi de' monarchi e de' loro empi satelliti.4)
L'unitarismo ed il propagandiamo dunque, insieme alla difesa degli ideali democratici e all'adesione in campo religioso al culto teofilantropico,5) contribuiscono a caratterizzare, durante il triennio, l'atteggiamento politico di Caldi, e sono gli elementi in cui può essere scomposto l'animus del suo volontarismo, a cui si può ricondurre la sua quotidiana azione politica, esercitata dalle tribune delle sale patriottiche o dalle colonne dei giornali milanesi. Ma se questa constatazione permette di inquadrare precisamente Galdi nel panorama politico della capitale cisalpina, definendolo accanto a quei compagni di lotta che ispirarono la loro azione agli stessi principi e furono, come ha rilevato il
1) Sui disegni del Direttorio francese, riguardami l'Italia alla vigilia e poi nei primi mesi della campagna del 1796, si veda: C. ZAGHI, II Direttorio francese, il generale Bonaparte e il problema politico dell'Italia, in La rivoluzione francese e l'Italia, jSapoli, 1966, pp. 1-102} J. GODECHOT, / francesi e Vùnità italiana sotto il Direttorio, 1952; ID., La politique italienne du Directoire, in Occidente, 1954.
2) A tale proposito va ricordato un invito rivolto al re di Napoli in una memoria intitolata Lettera dei patriottì d'Italia al Re dette due Sicilie (Malano, 15 fiorile, anno II della L. L, 1798, Biblioteca Ambrosiana, mise. S. C V. TV. 1/5) e consistente nella richiesta di effettuare una politica di democratizzazione nel Regno prima di un intervento armato della Francia. Al di là dell'ingenuità e dell'astratone di rana tale richiesta, è interessante cogliere in questa lettera la consapevolezza di quelle che sarebbero state le consegnnze di un'invasione francese dell'Italia meridionale. Nella eventualità che non fossero stati accettati i consigli degli anonimi compilatori dello scritto, non sarebbe stata risparmiata al Regno la calamità di essere da un'armata straniera spoglialo per diritto di conquista de' suoi monumenti di bette arti, de' suoi vascelli e del suo danaro (p. 11).
3) Necessità di Stabilire una repubblica in ludia. Milano, 1796, ora in Alle origini del Risorgimento: i testi, di un tcelebre* concorso (1796), a cura di ARMANDO SÀITTA, Roma, 1964, voi. I, p. 329.
*) Necessità di stabilire unti repubblica, nh~ p. 327.
-3 Un'esplicita adesione al colto teofilantropico, viene manifestata da Galdi nel suo Saggio d'istruzione pubblica rivoluzionaria (Milano, anno VI, 1798), dove al cune pagine sono dedicate all'i 11 astrazione di questa forma di religiosità, descritta conte il punto dJ contatto universale di tutte le religioni nella volontà di Dio e come la riunione di tutti i calti nell'amore de' propri simili [op. ùit., ora in Giacobini italiani, voi. I, pi 241).