Rassegna storica del Risorgimento

GALDI MATTEO ANGELO; ITALIA NAPOLEONICA
anno <1972>   pagina <218>
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Paolo Frasconi
dosi cioè la vita e la proprietà. In questa prospettiva si accentua, nel passaggio dalla società naturale a quella civile, il momento utilitaristico su quello etico e rigeneratore che caratterizza la concezione vousseauiana; la stipulazione del patto sociale avviene sotto la spinta esclusiva del desiderio di conservare la vita e la proprietà>. Le volontà particolari, osserva Galdi, si determinano alla società per il minimo dei mali e per la massima felice esistenza ') e tale esplicita adozione degli schemi utilitaristici, conduce il discorso su di un piano meccanicistico sul quale viene ad essere frainteso l'autentico significato della lezione rousseauiana. Confrontala con l'assimilazione cosciente di alcuni dei tempi più profondi del Discorso sull'ineguaglianza, che caratterizzava il giovanile articolo sulla tratta, questa fase matura dell'ideologia democratica di Galdi si rivela sostanzialmente incapace di. penetrare i più profondi e suggestivi temi sollevati dal << cittadino di Ginevra .2) Il critico pessimismo dei primi lavori ha ceduto il passo ad una visione che in sostanza ha voltato le spalle all'uto­pismo ed all'umanitarismo giovanili. La consapevolezza degli effetti negativi della proprietà che suggeriva a Galdi l'indignata condanna dell'economia schia­vista è svanita di fronte ad una nuova maniera di interpretare la relazione uomo-proprietà. Differenziandosi profondamente dal Russo, che giustificherà col bi­sogno la proprietà privata, ricollegandosi alla natura fisica e sensibile del­l'uomo, al fine di fissarne i limiti nelle cose necessarie alla vita ed alla sua perfezione J? ed evitare i rischi degli accentramenti di proprietà e quindi L sorgere della disegnagHanza sociale, Galdi adotta un'interpretazione che è pro­pria dell*utiliiarisino (e che sarà esplicitamente respinta dal Russo),4) e iden­tifica l'origine della proprietà nelle capacità calcolatrici dell'uomo, nella sua facoltà di prevedere e di progettare. Per lui, dunque, la proprietà è qualcosa di dinamico che può crescere con l'uomo stesso, che si allarga con la sua stessa
t) Effemeridi, p. 26.
2> Da questo punto di vista tenderemmo od accettare in un senso molto ristretto il giudizio della Rota Ghihaudi per cui l'ispirazione rousseauiana risulta molto evi­dente nel pensiero di Galdi (cfr. E. ROTA, GHIBAUM, La fortuna di Rousseau in Italia (1750-1815), Torino, 1961, p. 252). In un altro scritto, composto un anno dopo le Ef­femeridi, ed intitolato Dell'ubolizione de* fid ecommessi, Galdi incorre addirittura in nn errore lesinale, attribuendo a Rousseau l'affermazione por cui la proprietà si sarebbe stabilita, allorquando il primo dei viventi disse: questo pezzo di terreno è di mia proprietà, perché Ilio irrigato coi miéà sudori e l'ho migliorato con la mia industria > ( op. cit., p. 23). In realtà dietro la costante e retorica esaltazione del filosofo di Ginevra, affiora la coscienza che Galdi aveva della, distanza che lo sepa­rava dalle posizioni di Rousseau. Questa consapevolezza si traduce a volte in aperto riconowrimento. come avviene nel discorso intitolato, Delle vicende e delta rigenera-sione de* teatri (Milano, a. YL 1797), dove Galdi, respingendo la tesi svolta dal Rous­seau nella Lettera sugli spettacoli, giudica talvolta strane le ideo del cittadino di Ginevra, arrivando ad affermare che tutti i grandi nomini hanno i loro momenti di delirio (op. cit., p. 36; Bibl. Ambrosiana).
3) V. Russo, Pensieri politici, 1798, in Giacobini italiani, a cura di DELIO CA-mioni cit., voi. I, p. 298.
4> V. Russo, op. cit voi. I, p. 293, Sul concetto di proprietà in Russo si veda: B. CROCE, La rivoluziona napoletana- del 1799, Vili ed., Bari, 1968, pp. 92-93. Sulle pre­messe teoriche del pensiero politico di Vincenzio Russo, si veda: G. GALASSO, Il pensiero politico di Vincenzio Russo, in Mezzogiorno medioevale e moderno, Torino, 3965, pp. 233-299.