Rassegna storica del Risorgimento

GALDI MATTEO ANGELO; ITALIA NAPOLEONICA
anno <1972>   pagina <221>
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Matteo Caldi
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Biglia, attraverso un sistema di leggi indirette, di preservare quella generosa fermentazione di cittadini che li guida continuamente al miglioramento della propria fortuna, che alimenta l'industria e... or deprime i sublimi, or innalza ì mediocri proprietari con una vicenda che forma il vero carattere di un libero e non interrotto commercio delle proprietà . ') E tale visione, se fa rivivere, per i metodi politici che propone, il programma legislativo del riformismo set­tecentesco, si distingue anche per l'importanza accordata all'apporto umano, al­l'iniziativa individuale, nel processo di sviluppo economico.
La crìtica alla sfrenata tendenza a legiferare, alla nomomania ,2) che Galdi considera una perniciosa caratteristica della Francia direttoriale risponde non solo ad un'esigenza di concretezza storica che gli fa avvertire il pericolo rap­presentato da una legislazione che ab externo, cerchi di risolvere meccanica* mente il problema dell'arretratezza sociale, ma esprime anche il rifiuto di una concezione che vuole lo Stato costantemente presente nella regolamentazione della società civile.3)
È anche tenendo conto dell'atteggiamento del salernitano nei confronti di questa problematica strettamente sociale, che va letto il lavoro più impegnativo da lui composto durante il triennio rivoluzionario, cioè il saggio intitolato Dei rapporti politici ed economici delle nazioni libere. Riprendendo alcune idee già espresse nella dissertazione al concorso del 1796, egli affronta un tema che in quel momento era particolarmente sentito dagli scrittori giacobini e che, per le particolari condizioni del movimento rivoluzionario in Italia, rifletteva l'esigenza di collegare il problema della libertà nel nostro Paese con la neces­sità di una globale riconsiderazione dei rapporti internazionali, sia sul piano politico che economico. Nel momento stesso in cui le istanze di indipendenza e di unità per l'Italia trovano una prima, precisa formulazione, si avverte anche, nell'ambito del movimento democratico, il pericolo che può costituire per questi obbiettivi, una linea di politica, estera che non porti avanti il pro­gramma dell'espansione rivoluzionaria, e vengono quindi ad essere ripresi gli argomenti con cui l'universalismo rivoluzionario dal 1792 in poi aveva criticato la prassi diplomatica dellMncìen Regime.
Attraverso progetti più o meno approfonditi o anche semplici accenni, nel contesto di scrìtti in cui si rivendica la libertà italiana,4) gli ideali della
*) Massime repubblicane, in Giornale de' patrioti d'Italia* n. 56, 27 maggio 1797, òtti in Giornali giacobini cit., p. 138.
2) * Tutte le misure di una nuova repubblica scrive Galdi nell'articolo intito­lato Nomomania (in Giornale de* patrioti d'Italia, n. 2, 21 gennaio 1797) deb­bono essere dirette non a far leggi, ma che le massime delle leggi passino nei costumi .
3) significa li va a questo proposito la seguente osservazione di Gnidi: eia molteplicità delle leggi è contraria alla libertà, perché i diritti degli uomini e dei cittadini vengono troppo spesso circoscritti, ed a misura ebo vi sono più leggi si fa il sacrifizio contiiruaio di una parte equivalente della libertà politica * (in Pi omo-mania).
4} Questo motivo è particolarmente risaltante nella stampa giacobina. Sui giornali della Cisalpina i tiranni sono oggetto di critica costante, non solo perché sono diven­tati fi imbolo di una concezione politica che si vuole rovesciare, rappresentando, in aenso alfìeriano la mancanza di libertà, ma anche in quanto sono espressione di una concezione delia politica intemazionale che proprio in quel momento si ergeva ad ostacolo alla democratidzzoziono ed alla unificazione italiana. Gli accorati ap­pelli al Direttorio francese perché non tratti con i tiranni, perché non ricada nelle