Rassegna storica del Risorgimento
GALDI MATTEO ANGELO; ITALIA NAPOLEONICA
anno
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1972
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pagina
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223
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Matteo Caldi
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ntico sa cui si reggono gli Stati moderai. Il toma del colonialismo, già affrontato nell'articolo sulla tratta dei negri, viene qui riproposto come un aspetto parziale del discorso più generale della vita economica delle nazioni. L'umanitarismo ed il radicalismo che caratterizzavano la sconsolala denuncia del giovane intellettuale meridionale hanno ceduto il posto ad una critica più distaccata che intende ricollegarsi a Turgot ed a Condorcet, piuttosto che a Rousseau o a Raynal') per prospettare un nuovo sistema di politica economica che sostituisca in campo coloniale quello vigente, che si occupa più del danno altrui che del proprio bene.2) Le crìtiche al patto coloniale ed alla guerra d'industria,3) cioè al mercantilismo europeo, vengono questa volta rivolte da Caldi in nome dello sviluppo economico delle nazioni piuttosto che di quella esigenza umanitaria che lo aveva spinto a denunciare un ordine di cose non rispondente ai principi del diritto naturale. Se da un punto di vista politico, dunque, il salernitano non si distacca dall'universalismo giacobino non giungendo a teorizzare il carattere individuale e particolare che assume ogni nazione nell'ambito della comunità internazionale,4) sul piano economico egli ha ormai chiara consapevolezza che un livellamento indiscriminato può soltanto nuocere allo sviluppo ed al progresso delle singole società. I rapporti economici tra le nazioni libere, osserva Galdi, possono essere diversi quanto lo sono ì fisici bisogni delle nazioni, dipendenti dal loro clima, dalla loro posizione geografica e per conseguenza dalla varietà de* prodotti del loro suolo . *) Bisogna abolire dunque, ogni forma di monopolio economico ed adottare radicami ente su scala internazionale, il sistema del libero scambio. Queste idee, ispirate a principi fisiocrati ei-liberistici si armonizzano perfettamente con la visione teorica che abbiamo cercato di delineare analizzando gli altri scritti galdiani di questo periodo. Esse costituiscono ormai il nucleo di una concezione che Galdi non abbandonerà più negli anni che verranno, e che si precisa proprio durante il triennio rivoluzionario. Dietro il volontarismo che si traduce nella concreta' lotta politica svolta in questi anni ed ispirata ai principi dell'egualitarismo democratico, affiora mi altro atteggiamento, che sottilmente, su di un piano di diversa maturazione, lo induce a ricollegarsi alla sua formazione illuministica.
ha bisogno di profonda riflessione di dimostrazioni sublimi la gran verità che, una-voita fatta libera l'Europa, si darà una spinta Incalcolabile alla rigenerazione dell ir-genti. > (Dei Rapporti, in Giacobini italiani, voi. H, pp. 302-303).
') La sola scita degli economisti scrive Galdi in Francia benemerita dell'amanita: Qucsimi, Mably, Targo t, Condorcet furono i primi a considerar nel suo vero piatto di vista l'economìa (Dai Rapporti, in Giacobini italiani, voi. II, p. 332'';
2) Dei Rapporti, in Giacobini italiani, voi. II, p. 332.
3) Se ri fosse riflettuto - - osserva il Guidi che, invece di allontanarlo, conia guerra d'industria si era reso permanente lo stato di pura guerra, allora si sarebbero versate lagrime di indignazione su tutti i capi d'opera d'economia politica. Sully, nichelimi, Mazzarino. Colbert. Fleary, Ycrgennes, JSeker in Francia, Esscx, Shetburne, Pembrokc, i due Fox. i due l'iti in Inghilterra, con tutti gli scrittori di loro seguaci hanno consumato più di un secolo e mezzo a stabilire un nuovo diritto pubblico universale senza riuscirvi, e col rendere di più le guerre più frequenti e più micidiali in Europa {Dei Rapporti, in Giacobini italiani, voi. II, p. 332).
i) Per Gold! i rapporti poli Ufi < debbono estero gli stessi per lutile le nazioni' libere, perché In loro morale dobbe essere1 perfettamente uniforme ( Dei Rapporti, in Giacobini Italiani, voi. H, p. 216).
5) Dei Rapporti, in Giacobini italiani, voL il, p. 217.