Rassegna storica del Risorgimento

GALDI MATTEO ANGELO; ITALIA NAPOLEONICA
anno <1972>   pagina <225>
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Matteo Guidi
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tino ') ha espresso sull'ala estrema del movimento giacobino nell'Italia setten­trionale, mettendo in risalto le posizioni ideologiche che distinguono i nostri anarchietes s> dai giacobini francesi di formazione babonvista; giudizio che se appare indubbiamente generalizzante rispetto alla complessità e alla ricchezza di posizioni del nostro movimento democratico,2) fornisce pure alcuni elementi di valutazione sul problema del rapido crollo degli ideali democratici in Italia, dopo il 1799. Nel caso di Caldi si può osservare che il fenomeno generale sotto* lineato dal YacCarino, per cui nel nostro Paese le idealità repubblicane nel corso degli anni che verranno diserteranno il cuore di molti anarchistes 3) mentre in Francia gli appartenenti all'ala estrema del movimento democratico continueranno anche dopo il 18 Brumaio ad avere una precisa influenza nella vita politica del Paese, trova una esemplificazione abbastanza probante.
Tenuto conto di ciò ci sembra che nel valutare le vicende che segnano il passaggio di Galdi dagli ideali democratici e repubblicani all'ideologia napo­leonica, può essere riscontrata, almeno sul piano teorico, una continuità di atteggiamenti che è di solito passata inosservata di fronte al trasformistico mu­tamento del giacobino salernitano in funzionario cisalpino e poi napoleonico. Indubbiamente una certa debolezza di carattere ed una esigenza di sicurezza personale dovettero avere il loro peso nel processo di rapida integrazione che vide Caldi accettare un incarico in diplomazia dopo un breve arresto avvenuto .sul finire del 1798 e scontato insieme al Salvador e all'Abbamonti in seguito alla reazione del Direttorio di Parigi contro l'ala estrema del giacobinismo cisal­pino, dopo l'attuazione della riforma Trouvè, *) ma accanto a questi elementi va considerata anche la mancanza di un'autentica fede rivoluzionaria fondata teori­camente, nel salernitano, su di un precìso programma di trasformazione politica e sociale, oltre che di rinnovamento ideologico, e nello stesso tempo, il pro­gressivo recupero da parte sua di gran parte dei valori dell'utilitarismo e
-) L'ideologia sodale ha osservato il Vaccarino non qualifica storicamente la rivoluzione in Italia; la vicinanza ai giacobini francesi rimase preordinata ad altri ecopi: l'opposizione al Direttorio, ai fini delle libertà costituzionali e dell'indi pendenza della patria, piccola o grande, regionale o nazionale che essa venisse ad essere considerata (cfr. G. VACCAKJNO, op. cit., p. 102).
2) Il Salita, facendo il punto sulla questione del giacobinismo italiano, in risposta ad un articolo del Diaz sullo stesso argomento (cfr. F. DIAZ, La questione del e giacobinismo italiano , in Crìtica storica, 1964, pp. 577-602), ha sottolineato, di fronte alla frettolosità di giudizio dì alcuni storici, la. complessità e la ricchezza dei "motivi politici del nostro giacobinismo (cfr. A. SAITTA, La questione del giacobinismo* ita­liano* in Critica storica, 1965, pp. 204-249). Il giudizio del v'accanino è stato esplicita­mente respinto dai De Felice che ha osservato come l'azione politica dei giacobini, consapevole fin dall'inizio dell'importanza di assecondare almeno le più elementari richieste popolari, si fece col tempo sempre più decisa in questo senso (cfr. K. DE FELICE, L'Italia nel perìodo rivoluzionario, in Italia giacobina, Napoli, 1965, p. 41).
f) G. VACCARINO, op. cit., p. 102.
4) La seconda metà del 1798 è caratterizzata a Molano dalla lotto tra i fautori della linea politica del Direttorio francese, Trouvà e Bivaud (il primo ora staio l'ar-.tefìce del colpo di Stato del 30 agosto 1798, contro il Corpo legislativo e il Direttorio Cisalpino) e il generale Brune, interprete, insieme al Fouché della linea dei demo* oratici cisalpini. Questa serie di contrasti si conclude con un quarto colpo di Stato operato dal RAvaud, durante il quale vengono sopprensi alcuni giornali, tra cui TI Termometro politico >, e viene imprigionato anche Galdi.
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