Rassegna storica del Risorgimento

GALDI MATTEO ANGELO; ITALIA NAPOLEONICA
anno <1972>   pagina <227>
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Matteo Gnidi,
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scambiò con i suoi diligenti e poi con quelli del Regno d'Italia, lì è possibile ricostruire la cronaca fedele di questa sua attivila diplomatica e cogliere minu­tamente la progressiva apertura verso più ampi orizzonti politici che la co­stante ed attenta osservazione dei grandi fenomeni della politica mondiale da un ottimo punto di osservazione quale era quello dell'Aja. gli permetteva. In particolare la pratica del suo ufficio gli imponeva un'analisi accurata e precisa degli avvenimenti, di cui era testimone, analisi espressa attraverso Fuso di una diversa maniera di scrivere, più scarna ed obbiettiva, che è già indizio di una sua intima trasformazione.
Prima ancora che vengano convocati i Comizi di Lione, ed inizi una nuova fase dell'influenza francese nel nostro Paese, nel settembre del 1801, egli mostra di essersi già liberato dei miti del volontarismo democratico. In un interessante memoriale spedito al ministro degli esteri della Repubblica Cisalpina ed inti­tolato. Considerazioni sui rapporti diplomatici della Repubblica Cisalpina,2) i principi della dissertazione del 1796 appaiono in gran parte abbandonati per l'adozione di un nuovo metodo politico che intende porre su altre nasi il pro­blema del mantenimento dell'indipendenza italiana.
In. un momento di raro equilibrio tra la fine delle speranze universalistiche e l'adesione all'ideologia napoleonica, Galdi formula alcune osservazioni sulla questione italiana che sembrano uscite veramente da una penna diversa da quella che scrisse il saggio Dei rapporti politici ed economici delle nazioni li'. bere* Pur nei limiti, di un progetto de' rapporti e del sistema diplomatico: della Cisalpina con gli altri Stati d'Europa che non può allargarsi nei parti­colari di una vasta e complicata scienza che forma l'oggetto de1 primi geni d'Europa >,3) sì avverte in questo scritto, la presa di coscienza dell'effettiva si­tuazione storica italiana. Svaniti l'ottimismo e la retorica che avvolgevano gli ideali giacobini, egli incomincia a scoprire l'autentica realtà politica del nostro Paese. Il mito della grandezza classica cede il posto all'analisi concreta delle cause che hanno reso l'Italia, da soggetto che era, oggetto della politica inter­nazionale. Studiando attentamente la storia dei trattati Caldi identifica realisti­camente, nella dominazione straniera, nella nullità della forza militare delle
) Cfr. ARCHIVIO DI STATO DI MILANO, Corrispondenza con il governo generale ilèlFAja, Vili, n. 1, buste 483, -184 485,. 486, 487, 488; e Arch. Marescalchi, Batavia, cartella 145. Molte lettere indirizzate da Galdi al ministero degli affari esteri della Repubblica Baiava e poi del Regno d'Olanda sono conservate in Olanda (Aja, Archici Buitenlandee Kaken, 1796-1813, inv. n. 342); altre ancora sono conservale alla Bibliote­ca Nazionale di Parigi (Mas. Italiens, Vili, 1152).
2) IM memoria, spedita dalTAja il 26 fruttidoro anno 9, è conservata al Musco del Risorgimeli lo di Roma; essa fu segnalata da R. SoaiGA (cfr. L'avvenire Mediter­raneo dell'Italia secondo la mente di un spatriata del 1798, in Rassegna storica del Risorgimento, a. XVII, 1930, ristampata in L'Idea nazionale italiana dal secolo XV1I1 aWtmifinizione, Modena, 1941, pp. 3-4) in una comunicazione al XVilli0 congresso di Storia del Risorgimento, e non è stata poi anaBzzata dai successivi studiosi del Galdi. Ci sembra invece particolarmente rilevante non solo perché, ai fina della nostra indagine, rivela le modalità del paesaggio di Galdi dal giacobinismo ad una diversa -visione politica, ma perché si inserisce, sia pure un po' hi ritardo, in quella memoria-Ustica che tra il 1799 ed il 1800 esprime il ripensamento di molti patrioti sui tragici avvenimenti che avevano provocato il crollo delle repubbliche democratiche e l'in, vasione degli Austro-Russi.
3) Questo brano è contenuto nel In lettera con cui Galdi presentava a Pancaldi la sua memoria.