Rassegna storica del Risorgimento

PRALORMO, CARLO GIUSEPPE BERAUDO DI ; MILANO ; GUERRA 1848-1849
anno <1920>   pagina <42>
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A. PONZA DI 8. MAKTIX0
continuano a girare intorno alla posinone senza decidersi ad un attacco a fonilo.
Finalmente il iti luglio il governo sardo invia in loro aiuto il Bralormo, ed il 6 agosto la pace è conclusa.
Le questioni poste sul tappeto furono diverse ; principali le seguenti:
Prima, in ordine d'urgenza, quella dell'occupazione di Alessandria, la cui effettuazione si era riusciti a rimandare fino a quel momento. L'armistizio di Novara la consentiva all'Austria, ma il Piemonte voleva evitarla per ragioni evidenti di dignità nazionale e di ordine interno.
Seguiva quindi la controversia riguardante i Ducati di Modena e di Parma, sui quali i Piemontesi conservavano qualche speranza, in virtù dell'annessione votata da quei popoli nel '48, mentre gli Austriaci vantavano su di essi diritti, se non dì sovranità certo di stretta tutela, appoggiata dall'occupazione elettiva a cui serviva di pretesto l'alleanza col principe legittimo.
Altra questione era quella detta del sale. Prima del '48, e preci­samente fra il '46 e il '48, era giunta allo stadio acuto una controversia elie si trascinava fino dal 1843. Apparentemente si tratti? di mate­ria puramente commerciale, riguardante il transito per via fluviale, risalendo il Po, del sale die, diretto alle raffinerie di Canobbio, veniva quindi smerciato nel Canton Ticino. Ora nel 1Z51, quando il Piemonte si forniva di sale esclusivaniente dalla Tripolitania o darla Sicilia per la via di Venezia, e non era sancito il diritto di liberta di navigazione del Po, riconosciuto solo nel 1815-,. il Governo sardo per ottenere il transito attraverso il territorio Lombardo-Veneto del sale acquistato a Venezia, aveva stipulato un trattato di commercio col quale si obbli­gava a lasciare all'Austria l'esclusivo commercio di quell'articolo colla Svizzera. Nel' 42 prima, e poi nuovamente nel *44, il Oanton Ticino si era rivolto per acquisto di sale al Piemonte che glielo aveva fornito, suscitando proteste da parte dell'Austria che, per rappresaglia, gravò di un forte dazio i vini piemontesi. mjB
H Begno sardo, ohe in questo contegno del Governo imperiale ve­deva una menomazione dei propri diritti sovrani ed un palese pro­posito di intimidazione e di provocazione, non volle dimostrare cedere alle intimazioni ricevute, e rispose citando i fatti per i quali, il trattato del 1751 doveva intendersi denunciato. L'Austria non ac­cettò questo punto di vista ; il dissenso originò una complicata contro­versia diplomatica che non era ancora stata risolta allo scoppiare della guerra.