Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE LETTERE
anno <1972>   pagina <235>
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INEDITI MAZZINIANI
Benché l'epistolario di Mazzini nella monumentale Edizione Nazionale comprenda molte migliaia di scritti, esso raccoglie tuttavia certamente solo una parte della immensa mole di corrispondenza che il patriota genovese diresse ai suoi innumerevoli corrispondenti. In molti casi le lacune sono direttamente rilevabili; in altri no, per la semplice ragione che si ignora o si ignorava resistenza stessa di alcuni destinatari. Che questo accada è inevitabile con qua­lunque carteggio, giacché vi sarà sempre qualche raccolta privata rimasta sco­nosciuta o inaccessibile ai ricercatori e ai compilatori; nel caso, poi, di Mazzini, si aggiunge anche il latto che le sue missive erano molto spesso distrutte dagli stessi destinatari, consapevoli dell'immediato pericolo che esse rappresentavano in caso di perquisizioni poliziesche.
Ogni eventuale nuova acquisizione mi sembra debba essere accolta con interesse: anche se non fornisca elementi nuovi per la valutazione critica e storica dell'azione e del pensiero mazziniani, si può sperare di trarne notizie utili sul piano dei fatti. Specie per quanto riguarda l'organizzazione mazziniana nel decennio 1850*1860 e la trama segreta e capillare predisposta in prepara­zione dei vari moti e tentativi insurrezionali, le notizie che si possono trarre dall'epistolario, dalle relazioni dei protagonisti, dalle cronache dei giornali dell'epoca, e cosi via, necessariamente integrate con gli atti ufficiali delle in­chieste poliziesche e dei procedimenti giudiziari, costituiscono nell'insieme una specie di vasto e complicatissimo mosaico, nel quale tuttavia le tessere man­canti sono ancora numerose, cosicché il quadro risultante presenta ancora zone poco chiare o, addirittura, decisamente oscure.
E poi, credo che nessuno, che abbia vivo il senso del passato, possa sot­trarsi alla sottile suggestione che promana dagli autografi mazziniani] intuendo ciò che essi significarono, per chi li scrisse e per chi li ricevette. Quei foglietti sottili, ricoperti da una scrittura inconfondibile, a segni regolari, piccoli e stac­cati, XOA tuttavia spesso ardua da decifrare, ci appaiono .ceraie il segna tangìbile della fede, della forza morale, dell'impegno attivo e instancabile di quell'uomo straordinario.
Per tutto ciò, credo opportuno cogliere l'occasione di quest'anno centena­rio, per rendere note due lettere- inedite di cui sono in possesso. Entrambe re­cano una datazione incompleta: la prima addirittura solo H.m. la seconda 2L seti.. L'attribuzione della prima al maggio del 1854 ini sembra, se non assolatamente certa, almeno ragionevolmente probabile; mentre non sussistono dubbi per la seconda lettera, che è del 1866. Alle date indicate il Mazzini si trovava, rispettivamente, a Ginevra e a Lugano.
Ed ecco il testo della prima lettera, scritta su tre facciate e mezzo di carta azzurrina leggera. Non vi e la busta, né alcuna indicazione di destinatario..