Rassegna storica del Risorgimento
MAZZINI GIUSEPPE LETTERE
anno
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1972
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pagina
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237
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Inediti mazziniani
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Il punto chiave per un primo inquadramento di questa lèttera è l'accenno dell'arresto di Marco. Come è noto si tratta del nome convenzionale usato per indicare Giuseppe Patroni. Questi, rimasto a Roma dopo la caduta della repubblica* si era mantenuto in stretta relazione con Mazzini ed aveva svolto intensa attività clandestina negli anni dal 'SO al '53. Scoperto e arrestato nel* l'agosto 1853, fu condannato a morte nel 1854, pena commutata nel carcere per* petuo, dal quale potè uscire solo dopo la presa di Roma.
La lettera è dunque posteriore, ma non di molto, al 1853. Il riferimento ad un moto rivoluzionario in atto nel Centro (e dì cui Mazzini al momento di scrivere questa lettera temeva già il fallimento) restringe ulteriormente i margini di tempo. Nulla si faceva nel marzo del '54; invece proprio ai primi di maggio si preparava la seconda spedizione di Felice Orsini in Lunigiana. Secondo il resoconto lasciatone dallo stesso Orsini,') il movimento doveva iniziarsi fra il 9 e il 10 maggio alle foci della Magra, utilizzando un carico d'armi e munizioni che vi si doveva sbarcare. Una colonna di volontari doveva subito passare il confine sardo, entrare nei Ducati e risalire gli Appennini verso la pianura padana. Subito dopo, un'altra formazione doveva penetrare nella Valtellina dai Grigioni e un'insurrezione svilupparsi a Como, con la cattura di uno o più battelli lacuali. pure, contemporaneamente, moti dovevano accendersi in Sicilia, o nel Napoletano, a Roma, in Toscana, e altrove.
Proprio per seguire da vicino questo vasto disegno insurrezionale, ed eventualmente entrare personalmente in Lombardia in caso di successo del primo fatto (quello, appunto, della Lunigiana), il Mazzini aveva lasciato Londra verso la metà di aprile del 1854 e, dopo soste a Parigi, Strasburgo e Basilea, era giunto a Ginevra il 19. Quasi tutte le lettere di questo periodo pubblicate nell'epistolario 2> sono piene di accenni a quella prima operazione o particolarmente dedicate ad essa. A Nicolao Ferrari, a Genova, scriveva Mazzini il 20 aprile 1854: A voi, a Felice, a Ricci, a Fontana, a tutti, ridite sempre, che su quel* l'operazione può essere collocata la sorgente d'ogni speranza; che il segreto mantenuto è tutto... Iniziato un fatto, fin le imprudenze possono essere utili: prima, la più lieve imprudenza è delitto *>.3). A Nicola Fabrizi, a Malta, il 24 aprile, dopo averlo esortato ad agire, se possibile, in Sicilia e soprattutto nel centro, ad Ancona e altrove: Non v'è più bisogno di parola d'ordine, fuorché d'una, azione. Il terreno è così solcato di materie combustibili che ogni scintilla è buona. Qualunque moto io facessi, seguitelo; qualunque moto suscitaste, io seguirò, siine certo, sopra altro punto . 4> A Emilia Hawkes, a Londra, il 25 aprile: Comincio a lavorare; ma quasi tutto dipende da una cosa che dovrebbe aver luogo fra pochissimi giorni, e sulla quale, dopo tante delusioni, non posso contare prima che sia stata fatta. Questa mi spianerebbe la via ad altre cose, in eoi sarei interessato personalmente >.5) A Pietro Cironi, a Zurìgo, il 29 aprile: Difficilmente... una iniziativa può partire dalla Toscana. Ciò ch'io chiedo è
*) Memorie politiche di F. Omini, nuova ed. a cara di A. M. GHISALUEHTI, Roma, Caprioiti, 1946, pp. 157 e gg. Vedi anche A. M. GHISAXIIERTI, Orsini minore, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1955, pp. 210-227.
*) G. MAZZINI, Scritti edili e inediti (SEI), Imola, Gal cuti. 1906 .. voi. LII (Epistolario voi. XXIX).
3) SEI, voi. dt p. 20.
O Ibid., p. 30,
Sì Ibid., p. 33.