Rassegna storica del Risorgimento
MARRARO HOWARD ROSARIO
anno
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1972
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pagina
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252
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HOWARD ROSARIO MARRARO
I cultori di stadi italiani, sia io America, sia in Europa hanno accolto con tristezza la notizia della scomparsa, avvenuta il 25 gennaio 1972, a New York, di Howard R. Marraro, professore dell'Università Columbia dal 1925 al 1965. La sua perdita sarà sentita ancora più fortemente da tutti coloro che hanno operalo per creare e per rassodare i legami culturali e politici fra gli Stali Uniti e l'Italia. Era nato in Sicilia, a Regalbuto, il 19 agosto 1897; bambino era venuto negli Stati Uniti, dei quali divenne cittadino nel 1918, Tanno prima di sposarsi; ebbe un figlio e una figlia.
Tutta la sua carriera scolastica si è svolta all'Università Columbia, dove ottenne nel 1919 il baccalaureato, nel 1925 il master's degree e nel 1932 il dottorato. Usci nelle edizioni della Columbia, nel 1932, anche il suo primo libro: American Opinion on the Unìficatìon of Italy. Da notare che, all'inizio del suo insegnamento, prima di dedicarsi alla lingua e alla letteratura italiana, Marraro fu lettore di spagnolo.
La sua operosità è testimoniata dal fatto che il suo nome è quello più citato nell'importantissimo articolo di Kcnt R. Green fi eld: La storiografia americana e. rItalia, pubblicato nel 1962 nella Rassegna storica del Risorgimento. Marraro portò a termine, per ricordarne i lavori maggiori, due volumi su Filippo Mazzei, l'amico di Thomas Jefferson (1932 e 1935); in altri due ha pubblicato le Diplo* malie Relations between the United States and the Kingdom of the Two Sicilies (1950 e 1952); uno, dedicalo alle Relazioni tra l'Italia e gli Stati VnitL è uscito in Italia nel 1954. Tutti gli amici del nostro Istituto conoscono i tre volumi: L'unificazione italiana vista dai diplomatici statunitensi, ai quali seguirà presto il quarto. All'Istituto era così legato che ha voluto ricordarlo, nel suo testamento, con un lascito che permetterà di istituire un premio destinato a studiosi dei rapporti italo-statunitensi durante il Risorgimento.
Era anche legalo alla <s American Catholic Historical Association , della quale era membro influente.
L'energia di Marraro aveva del prodigioso: scriveva articoli per riviste famose come Current llistory o Journal of Modem Historyt ma non disdegnava di pubblicare su periodici meno noti come il BuUetin of the Polish Institute of Arts and Sciencies in A merica o il Vermont Quarterly se l'argomento che trattava gli sembrava più adatto a questi giornali. Dedicava la sua attività anche a problemi civili e interuniversitari, nella Modera Language Association o attraverso gli scritti su Italica il bollettino della American Association of Teachers of Iialian . Egli, cioè, non solo lavorava scientificamente su argomenti italiani, ma impiegava parte del suo tempo per la migliore organizzazione degli studi che gli erano cari. In questo senso va ricordato il suo stretto legame con la Casa italiana della Università Columbia, della quale fu direttore nel biennio 19374938.
Quando adunò, in un convegno nel * Brooking Institute di Washington, alla fine di dicembre del 1955, gli studiosi che avevano interesse nella storia d'Italia, per costituire il gruppo americano dell'Istituto per la storia del Risorgimento, la cosa ebbe un tale successo che ne nacque la Society for Italian Historical Studies, che conta ora 175 membri. Io non avevo potuto assistere a quella prima seduta, ma il giorno dopo, durante il ricevimento all'ambasciata