Rassegna storica del Risorgimento
DE CAESARIS DOMENICO CARTE; DE CAESARIS (FAMIGLIA) CARTE
anno
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1972
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pagina
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257
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Le carte De Caesaris
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nomini più rappresentativi del Risorgimento abruzzese non possedettero un -chiaro disegno dei loro propositi, né accolsero enunciazioni programmatiche ben precise. Ad esempio nel '14 Domenico fu, probabilmente, un fautore dei Borboni costituzionali, per un senso di fedeltà nei confronti di una dinastia ormai trapiantata nel Mezzogiorno, che dimostrava di essere all'altezza dei tempi e disposta a cogliere i nuovi postulati della società; la sua partecipazione al moto del '37. pur preceduto dalla propaganda mazziniana del Tripoti, non prova soffi* cientemente che sia stato repubblicano unitario, contrariamente a quanto pensa il Polacchi; nel '60, infine, Clemente si dichiarava repubblicano, ma disposto a convertirsi senza crisi di coscienza alla causa monarchico-unitaria. Per il Polacchi ratti vita commerciale che portava i De Caesaris per tutta l'Europa o direttamente o mediante la corrispondenza, Li poneva al corrente delle più recenti concezioni politiche, come era avvenuto per il Menotti a Modena; ') in realtà in nessuna lettera ho trovato un cenno che possa farci supporre la conoscenza e l'adesione al programma mazziniano o moderato o altro che sia. se Domenico, nel 1848, -sedè sui banchi della Sinistra, ciò è dovuto non al fatto che in quel settore si .accentravano i mazziniani, ma gli innovatori in genere, i vecchi giacobini, come il Settembrini, il cui repubblicanesimo non può essere provato.
Per questi patrioti di provincia, la patria era situata in un mondo indefinito, in un teatro delle probabilità spirituali non ancora identificabili nella realtà ed estranee ad ogni parametro di pensiero implicante scelte istituzionali o dinastiche. Indiscutibilmente ci troviamo dinanzi a mentalità moderne per i loro tempi, decise a voltare le spalle ad ogni forma di quietismo; ad un'esasperata "volontà di primeggiare che si tradusse nella forma più generosa e pericolosa insieme; mai di fronte a un'idea. Certo non sarebbe giusto, in base ai rilievi che scaturiscono dalla lettura di queste carte da me riordinate in cartelline numerale secondo un criterio qualitativo e cronologico, pervenire ad una generalizzazione d.el concetto di Risorgimento non coniugabile con altri atteggiamenti e con situazioni ed esigenze diverse; tuttavia mi sembra che la pubblicazione di tali inediti, consentendone una consultazione meno faticosa, dovrebbe dimostrare come, .almeno in questo caso, l'attività economica e la corrispettiva mentalità curiosa -di esperienze nuove, pur nel rispetto dei principi tradizionali, si sia spesso allineata con la nascente coscienza politica e civile.
Il movimento risorgimentale preunitario è segno, almeno per quanto riguarda la regione abruzzese, di una rivoluzione liberale, intesa piuttosto genericamente nelle linee delimita trici; non democratica, perché chi la effettuò non chiese l'alleanza del popolo; non unitaria, poiché il problema italiano non venne neppure abbozzato. Questi i criteri e i lìmiti, se tali possiamo definirli, del Ri* Borgiroento abruzzese in cui liberalismo e borghesia coincidono nella funzione di liberazione come categorie storiche positive, senza coloriture speculative e senza strutturazioni programmatiche.
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CARTELLINA N. 1. - - Nella prima cartellina della raccolta figurano varie carte -del periodo 1813-1818, di natura economica, come un atto di risarcimento dei danni subiti dalla barca di un noleggiatore addetto al trasporlo della merce di
10 I* POLACCHI, op. ciu, p. 283.
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