Rassegna storica del Risorgimento
DE CAESARIS DOMENICO CARTE; DE CAESARIS (FAMIGLIA) CARTE
anno
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1972
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La carte De Caesaris
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zionario e gli aveva sollecitato il rendiconto delle somme amministrate, minacciando di accasarlo come malversatore del denaro pubblico. In tale munita tormentata da cancellature e sostituzioni piuttosto rare in lui, Domenico De Caesaris, con molta fermezza e misura, asserisce:
.sebbene io fossi, stato mio malgrado (provvisoriamonte) destinato al comando del Battaglione di riserva di q" Disi", pare il med" non ha (sic) mai regolarmente j esistito, giacché nella formazione di Bat/i di Guerra, com'è pubblicamente noto, tutte le compagnie di Legionari, furono disorganizzate, non presentando di poi, che lo scheletro di esse, alcune delle quali erano rimaste senza capi, altre senza fucili, e molte non venivano comandate die da un sergente: per la qual cosa, per la mancanza delle notizie, mentre tutte le carte attenenti (sic) al detto Bat/e erano presso il Mag/e proprietario Sig. Valentin!, io non ho potato mai divenire a stabilire la situazione in atto, ad onta d'esserne stato più volte sollecitato e particolarmente con leu/ra del di 8 marzo ultimo dal fa Intendente Lucente. Da ciò ella rileverà facilm/e che io era -destinato al comando di un Bait/e che, direi, qnasi non esisteva e he non avendolo perciò riunito, non ho conosciuto la forza di esso, né vi è stalo chi passato mi avesse o delle somme o degli oggetti di armam/to, vestiario ed equipaggio per cui non potrei essere a nulla tenuto,,né consideralo come malversatore come non potrei essere messo a livello del (sic) ex-Mag/e Michelangelo Forcella che avendo incassate delle somme, ora ne sta dando il conto; tanto più che a ciò aggiungo che se io delle volte mi son servito di legionari e degli individui della Guardia di Sicurezza per superiori disposizioni per il mantenimento dell'ordine pubblico, essi han ricevuto dai Com/ti d'ordine di q/a I/a V. Ini end/a le semplici raz/i di viveri. )
Conchiudo perciò che stante le cose dette sopra io non sono affatto nella posizione di formare i pred/i fogli di chiamata, per la ragione che mi mancano tutte le notizie e i dati necessari.
Conclusione diplomatica, degna in tutto dello scaltro Domenico, presso il quale giacevano invece documenti che comprovano come egli fosse stato molto più attivo di quanto non volesse apparire e molto più informato di tutta la situazione.
La raccolta è completata da un gruppo di 15 lettere di affari inviala da o a Domenico tra il novembre del 116" e il gennaio del 1831: notévole mi sembra soltanto quella che il 6 gennaio 1816 Matteo Costantini gli scrive da Roma per ringraziarlo della lettera di presentazione che, unita ad nn omaggio di prosciutti, gli ha aperto la via per raggiungere il console2) e quindi il generale inglese Church e forse il Nugent. È la prova della protezione di cui Domenico aveva goduto presso il generale inglese e, indirettamente, presso la corte borbonica, poiché dopo il '14 per tutto il resto del periodo mnraitiano, egli era vissuto prima a Roma e poi a Civitavecchia in relativa tranquillità: il prestigio raggiunto e non compromesso con la partecipazione all'insurrezione angolana, soddisfaceva pienamente le sue ambizioni. Ih proporzione diretta con tale prestigio si svolgeva l'attività economica con acquisti, vendite, prestiti di notevoli somme che allineano ì nomi del principe di Piombino, del duca di Vacri, di Felice Farina, di Antonio D'Annunzio, del duca di Casamarte tra i corrispondenti di Domenico De Caesaris e che spingevano la sfera di attività oltre la cerchia ristretta*
i) A fianco di questo periodo oltre a numeroso correzioni, si legge l'aggiunta: -non sono stati da me appuntino osservati i regolamenti ricevuti dal (sic) ex-generale Pepe sotto la data del 18 Foh e del (sic) Int/e Lucenti, di (sic) 19 d.
2) Forse Filippo Accarisi, Console di S. SVI. il Re del Regno delle Due Sicilie.