Rassegna storica del Risorgimento

DE CAESARIS DOMENICO CARTE; DE CAESARIS (FAMIGLIA) CARTE
anno <1972>   pagina <259>
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La carte De Caesaris
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zionario e gli aveva sollecitato il rendiconto delle somme amministrate, minac­ciando di accasarlo come malversatore del denaro pubblico. In tale munita tormentata da cancellature e sostituzioni piuttosto rare in lui, Domenico De Caesaris, con molta fermezza e misura, asserisce:
.sebbene io fossi, stato mio malgrado (provvisoriamonte) destinato al comando del Battaglione di riserva di q" Disi", pare il med" non ha (sic) mai regolarmente j esistito, giacché nella formazione di Bat/i di Guerra, com'è pubblicamente noto, tutte le compagnie di Legionari, furono disorganizzate, non presentando di poi, che lo scheletro di esse, alcune delle quali erano rimaste senza capi, altre senza fucili, e molte non venivano comandate die da un sergente: per la qual cosa, per la mancanza delle notizie, mentre tutte le carte attenenti (sic) al detto Bat/e erano presso il Mag/e proprietario Sig. Valentin!, io non ho potato mai divenire a stabilire la situazione in atto, ad onta d'esserne stato più volte sollecitato e particolarmente con leu/ra del di 8 marzo ultimo dal fa Intendente Lucente. Da ciò ella rileverà facilm/e che io era -destinato al comando di un Bait/e che, direi, qnasi non esisteva e he non avendolo perciò riunito, non ho conosciuto la forza di esso, né vi è stalo chi passato mi avesse o delle somme o degli oggetti di armam/to, vestiario ed equipaggio per cui non potrei essere a nulla tenuto,,né consideralo come malversatore come non potrei essere messo a livello del (sic) ex-Mag/e Michelangelo Forcella che avendo incassate delle somme, ora ne sta dando il conto; tanto più che a ciò aggiungo che se io delle volte mi son servito di legionari e degli individui della Guardia di Sicurezza per superiori dispo­sizioni per il mantenimento dell'ordine pubblico, essi han ricevuto dai Com/ti d'ordine di q/a I/a V. Ini end/a le semplici raz/i di viveri. )
Conchiudo perciò che stante le cose dette sopra io non sono affatto nella posi­zione di formare i pred/i fogli di chiamata, per la ragione che mi mancano tutte le notizie e i dati necessari.
Conclusione diplomatica, degna in tutto dello scaltro Domenico, presso il quale giacevano invece documenti che comprovano come egli fosse stato molto più attivo di quanto non volesse apparire e molto più informato di tutta la si­tuazione.
La raccolta è completata da un gruppo di 15 lettere di affari inviala da o a Domenico tra il novembre del 116" e il gennaio del 1831: notévole mi sembra soltanto quella che il 6 gennaio 1816 Matteo Costantini gli scrive da Roma per ringraziarlo della lettera di presentazione che, unita ad nn omaggio di pro­sciutti, gli ha aperto la via per raggiungere il console2) e quindi il generale inglese Church e forse il Nugent. È la prova della protezione di cui Domenico aveva goduto presso il generale inglese e, indirettamente, presso la corte borbo­nica, poiché dopo il '14 per tutto il resto del periodo mnraitiano, egli era vissuto prima a Roma e poi a Civitavecchia in relativa tranquillità: il prestigio rag­giunto e non compromesso con la partecipazione all'insurrezione angolana, soddi­sfaceva pienamente le sue ambizioni. Ih proporzione diretta con tale prestigio si svolgeva l'attività economica con acquisti, vendite, prestiti di notevoli somme che allineano ì nomi del principe di Piombino, del duca di Vacri, di Felice Fa­rina, di Antonio D'Annunzio, del duca di Casamarte tra i corrispondenti di Do­menico De Caesaris e che spingevano la sfera di attività oltre la cerchia ristretta*
i) A fianco di questo periodo oltre a numeroso correzioni, si legge l'aggiunta: -non sono stati da me appuntino osservati i regolamenti ricevuti dal (sic) ex-generale Pepe sotto la data del 18 Foh e del (sic) Int/e Lucenti, di (sic) 19 d.
2) Forse Filippo Accarisi, Console di S. SVI. il Re del Regno delle Due Sicilie.