Rassegna storica del Risorgimento

DE CAESARIS DOMENICO CARTE; DE CAESARIS (FAMIGLIA) CARTE
anno <1972>   pagina <267>
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Le carte De Caesaris
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ipotesi, tanto più probabile in quanto i De Caesaris dovevano essersi fatti i loro nemici sul piano politico, come su quello economico, anche se i fedeli erano superiori di gran lunga quanto a numero. Il testo di tale lettera che qui ripor­tiamo integralmente ad uso di qualche più acuto interprete, dice:
Moscufo li 9 oit/e 1827
Eccovi la risposta di Spoltorè. Sensate se vi ho servito subito. In altro incontro farò meno. Nel momento che ho la dispiacenza di dirmi coinè vedete qui sotto, di cuore; vi saluto D. Domenico
Il V Nemico capitale Domenico De Collibns
Si sa che i De Collibns, rappresentali da Filandro, figlio di Domenico, furono ostili ai rivoltosi di Penne nel 1837; ') sicché non parrebbe azzardato veder profilarsi una minaccia sotto le ambigue espressioni, tanto più -che gli anni 1827 e 1828 furono anni difficili per il Regno turbato da moti che ride­starono le diffidenze nei confronti delle persone compromesse nel '20-'21, tra cui appunto i De Caesaris. Questi, per aver pace, pagarono perfino 1200 ducati* ottenendo così dal Ministro di Polizia, tramite un loro amico, Nicola Mancini di Castel di Sangro, che Domenico non venisse molestato.z) Nicola, al quale è diretto il biglietto in questione, non era stalo da meno del fratello nell'insurre­zione del 143) e nel '20 aveva aiutato Domenico nella formazione del Batta­glione di Legionari, cui si è accennato sopra. Ma egli fu attore più importante nel 1837 durante la rivolta a Penne: insieme a Domenico e a Sigismondo De Sanctis, fu allora nominato dagli elettori > rivoltosi componente della Com­missione Costituzionale. Allorché il colonnello Tanfano ebbe sedata la brevissima sedizione, ripristinando l'ordine con l'aiuto del Ministro Del Carretto, Nicola fu arrestato e tradotto nelle carceri di Teramo dove gli vennero inflitti dalla Gran Corte Criminale 25 anni di ferri, salvandosi dalla pena di morte grazie alla difesa del giudice Mugnozza che gli redasse due rapporti favorevoli.4)
Nel 1841 la pena gli fu ridotta per grazia sovrana a 18 anni da scontarsi a Castel delTOvo a Nisida. Così egli rimase tagliato fuori dalla famiglia, tanto più che Domenico non nutriva per lui la stessa stima concepita per il nipote Antonio; né a rafforzare i rapporti tra i due fratelli valse la liberazione di Nicola avvenuta nel 1843 per amnistia. Le sue lettere da Nisida, per lo più brevi e concise, quali ci si attende da un uomo semplice, senza le ambizioni di Domenico, ringraziano il nipote Antonio per la cura che dedica ai suoi inte­ressi, sperano nel figlio Clemente e difendono il più giovane, Achille, che, perso
i) G. DE CAESARIS, Domenico De Caesaris, cit., p. 31.
2) G. DE CAESABIS, Domenico De Caesaris, ciL, p. 23.
3) Non bisogna dimenticare che questa insurrezione fa nloborboirieà, tanto e vero che il generale Church nominò Nicola capitano dei volontari che nel 1816 si adope­rarono per la riconquista del Regno contro il Murai..
4) ARCHIVIO ai STATO DI NAPOLI, A, 1837, fase. 1877, Bsp. 1176, voi, 19, Pan. 7.